Il primo investimento nell’interesse dei propri figli va fatto sui figli stessi: la formazione - e quindi lo sviluppo delle competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro - è un investimento non solo in senso figurato ma anche in senso letterale; secondo le stime di Cittadinanzattiva, in Italia il costo del percorso di studi di un figlio fino al conseguimento del diploma di laurea si attesta tra 40 e 50mila euro, in buona parte concentrato nella fase degli studi universitari.
Accanto a questo tipo di formazione va considerata anche l’educazione al valore del denaro, alla responsabilità nei confronti del proprio destino, all’importanza delle scelte (e delle scelte mancate), che si trasformerà nel tempo in una cassetta degli attrezzi di supporto alle decisioni di giovani adulti consapevoli. Che cos’è il denaro e come gestirlo è una competenza che si rivelerà molto importante nel corso della vita e i genitori devono trasferirla ai figli.
Ma quando i figli sono piccoli ci sono scelte che competono esclusivamente ai genitori. Come garantire la disponibilità delle risorse finanziarie necessarie a sostenere gli studi? A fronte di una data capacità di risparmio il primo passo è una corretta pianificazione finanziaria: quanto vogliamo destinare ai consumi? Quanto vogliamo allocare per la nostra terza età? Corriamo rischi specifici dai quali è opportuno proteggersi? Investimenti, assicurazione e previdenza integrativa sono le tre dimensioni sulle quali organizzare il bilancio familiare.
Compiute le scelte di base, e decisa la quota da destinare ai figli, è opportuno considerare la protezione dai rischi, per garantire la capacità del nucleo familiare di far fronte a traumi e malattie della prole. Gli strumenti assicurativi oggi disponibili sono diversi, e in assenza di rischi specifici possono essere sufficienti prodotti che offrono coperture all’intero nucleo familiare. Superato questo passaggio ci si può concentrare sull’investimento in senso stretto. Almeno tre sono i criteri da prendere in considerazione.
Dato che l’obiettivo è garantire le risorse necessarie per seguire i figli fino alla maggiore età il primo criterio da tenere presente è il rischio dell’investimento: in questo caso deve essere necessariamente contenuto. Il secondo criterio dev’essere la continuità: soltanto un impegno costante consente di accumulare, anche attraverso piccoli accantonamenti, un capitale adeguato. Il terzo criterio concerne la combinazione di facilità e flessibilità: perché sia costante l’accumulo, l’operazione di accantonamento deve essere facile, possibilmente automatica; tuttavia anche la flessibilità va presa in considerazione, perché in alcuni momenti della vita si potrebbero incontrare difficoltà tali da inibire temporaneamente i versamenti, così come può accadere di disporre di più di quanto programmato.
Tenuto conto di questi criteri, la scelta dello strumento specifico va fatta - come per qualsiasi investimento - dopo aver acquisito un’adeguata informazione sulle opzioni disponibili. E - come consiglia il Comitato per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale in uno dei cinque precetti di base - la prima regola è di non firmare ciò che non si comprende adeguatamente. Ci sono strumenti presentati come molto sicuri e solitamente associati a rendimenti bassi, che in alcuni casi possono risultare addirittura negativi. Altri strumenti si basano su una diversificazione degli impieghi che promette rendimenti soddisfacenti pur con rischi contenuti. Altri strumenti ancora presentano vantaggi fiscali, che consentono all’investitore di ottenere un beneficio nel breve e medio termine mentre realizzano investimenti per il futuro. Altri strumenti ancora veicolano il risparmio direttamente verso le azioni o il finanziamento dell’economia reale. Come sempre, la scelta va effettuata tenendo conto del trittico rischio - rendimento - spese.
Tra gli strumenti di investimento oggi disponibili si possono prendere in considerazione formule miste di tipo assicurativo, come i piani di risparmio abbinati a una polizza vita che garantisce il completamento dei versamenti in caso di decesso del contraente. E anche di tipo previdenziale: se può sembrare prematuro un piano di previdenza integrativa per un neonato, in realtà con il passare degli anni questo tipo di strumenti si rivela anche particolarmente adatto all’educazione finanziaria. Un adolescente che cresce con la consapevolezza che in futuro dovrà destinare una parte del proprio reddito a un accantonamento tale da garantirgli un reddito integrativo in età avanzata, proseguendo l’investimento del genitore, sarà un adulto capace di compiere scelte consapevoli.
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