Non solo elettrico: fra i carburanti verdi anche il metano è al centro delle attenzioni dei fleet manager, perché ai pregi in termini di economicità ed ecologia può abbinare una rete di distribuzione già sviluppata a livello nazionale, con più di 1.200 punti. Il parco circolante di auto a metano, poi, continua a crescere (+38% dal 2010 al 2016).
Una recente rilevazione ci aiuta a capire quali sono le opinioni di chi si occupa della gestione di una flotta su questi veicoli. Tra i pregi dei veicoli a metano riscontrati dai fleet manager al primo posto c’è il risparmio nella spesa per il carburante, al secondo la diminuzione delle emissioni di sostanze nocive, in terza posizione la diminuzione del Tco (Total cost of ownership), al quarto posto un miglioramento dell’immagine aziendale. Gli inconvenienti dei veicoli a metano riscontrati dai fleet manager sono: una rete di punti di rifornimento ancora insoddisfacente, una percorrenza non adatta all’uso aziendale che bisogna farne, una gamma che offre poca possibilità di scelta, prestazioni inferiori rispetto ai modelli a benzina o diesel. I fleet manager, poi, riconoscono che i veicoli a metano sono più adatti a percorrenze più lunghe rispetto ai veicoli elettrici (considerati adatti soprattutto per un uso cittadino). Ci sono aziende che li utilizzano già da tempo, come Colacem. «Nel nostro parco veicoli – sottolinea Robert Satiri, responsabile dei servizi generali di Colacem - ci sono già 124 veicoli a metano. Non si tratta solo di autovetture ma anche di autocarri. La nostra controllata nel settore trasporti Tracem sta, infatti, attuando una sperimentazione con l’utilizzo di dodici autocarri pesanti a metano liquido compresso (Lng), tre già in esercizio e nove in arrivo a maggio; di altri dodici è previsto l’arrivo nel 2019. L’obiettivo è monitorare nel tempo i vantaggi garantiti dal loro uso».
Ma non è tutto oro quello che luccica. «Ci sono ancora alcuni fattori che limitano l’impiego di queste alimentazioni - spiega Satiri -: sebbene l’Italia sia il Paese europeo con più distributori di metano, questi sono ancora difficili da trovare e poi non c’è ancora la possibilità di utilizzare una carta carburante accettata da tutti i distributori». Qualche problema si pone anche sotto il profilo regolamentare. «Da segnalare anche la problematica legata alle differenze nelle norme che regolano l’ingresso nelle zone a traffico limitato (Ztl) di alcune città italiane - racconta Satiri -. Con la stessa auto, in alcune città si può circolare nella Ztl, in altre no: servirebbe un maggiore coordinamento, soprattutto per chi usa la vettura per lavoro e deve essere sicuro di poterla utilizzare in ogni situazione, per non incorrere in soste forzate che compromettono l’operatività e quindi la produttività».
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