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Generali rilancia sull’alleanza in India. Nuova intesa con Future…

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Generali rilancia sull’alleanza in India. Nuova intesa con Future Group

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Generali si rafforza in India. Il gruppo assicurativo triestino ha comunicato di aver siglato un accordo con Future Group per aumentare la sua quota dal 25,5% al 49% nella partnership assicurativa indiana. L’incremento conferma così l’impegno del Leone ad accrescere la sua presenza nel mercato assicurativo locale. Ad oggi, si legge in una nota diffusa ieri da Trieste, Generali opera nel mercato indiano attraverso due joint venture, Future Generali India Life Insurance Company Limited e Future Generali India Insurance Company Limited (ramo non vita).

Con questa operazione la compagnia italiana investirà circa 120 milioni di euro nella partnership e intensificherà l’utilizzo della rete distributiva di Future Group per offrire soluzioni assicurative in tutto il mercato indiano con un focus sul digitale. L’accordo di lungo periodo con Future Group genera attualmente premi complessivi pari a 375 milioni di euro, in crescita costante anno dopo anno, osserva il gruppo nella nota diffusa ieri.

«Vediamo un grande potenziale di crescita in India, nell’ambito del nostro piano di espansione strategica in Asia», ha dichiarato Frédéric de Courtois, a capo del Global Business Lines & International delle Generali.

L’investimento in India rientra nell’ambito di un percorso, avviato da tempo dalle Generali, che punta a ridimensionare la presenza del gruppo in aree ritenute non strategiche e nello tempo a consolidare la presenza in mercati giudicati chiave in un’ottica di futuri sviluppi. In questo ambito la compagnia ha già superato i target di piano che puntava a ricavare 1 miliardo di euro grazie all’uscita del gruppo assicurativo da 13-15 paesi ritenuti non più strategici. L’ultima dismissione, dopo Generali PanEurope, risale a due mesi fa quando il Leone ha annunciato la vendita ad Athora Holding dell’intera partecipazione in Generali Belgium Sa, società attiva principalmente nel segmento vita.

Operazione che ha portato l’incasso complessivo generato dalla vendita delle partecipate non core oltre 1,1 miliardi. Mancano però ancora diversi asset da valorizzare. Ad oggi infatti sono state cedute Lichtenstein, Colombia, Panama, Guatemala, Olanda e Irlanda. Tutte assieme hanno fruttato complessivamente poco più di 630 milioni di euro di introito. A cui si devono poi sommare i più recenti 540 milioni del Belgio, i 172 milioni di dollari di Panama, i 143 milioni dell’Olanda e i 30 milioni della Colombia.

Più in generale, la lista delle aree considerate non più strategiche contempla paesi dove Generali non vanta alcuna leadership. In particolare, potrebbero uscire dal perimetro del Leone anche la compagnia operativa in Portogallo, dove le trattative sarebbero anche piuttosto avanzate, e in Grecia. Non solo, Generali potrebbe valutare la valorizzazione delle attività in Tunisia, negli Emirati Arabi. Mentre in Sud America sarebbe sotto osservazione la società operativa in Ecuador.

Questi, in sostanza, sarebbero alcuni dei nomi chiave dell’elenco compilato dal ceo Philippe Donnet per ridisegnare l’ambito d’azione del Leone di Trieste. E proprio la liquidità raccolta attraverso queste dismissioni potrebbe essere impiegata, come aveva a suo tempo dichiarato anche il ceo Donnet, per consolidare la presenza della società nelle aree strategiche, in primis in Europa.

In Borsa il titolo Generali ha segnato un +0,17%.

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