
Cento siti web che apparentemente offrono polizze assicurative, soprattutto Rc auto. Ma in realtà cercano di carpire i dati personali del destinatario, per utilizzarli in vari modi a sua insaputa. È il phishing assicurativo, denunciato stamattina dal presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, nelle sue Considerazioni che accompagnano la Relazione sull’attività 2017 dell’istituto di vigilanza sulle assicurazioni. Come tutti i phishing, è difficile combatterlo: anche quando i siti truffaldini vengono oscurati, «ricompaiono poco dopo sotto altro nome».
La gravità di questi inganni è testimoniata dalla varietà di reati e illeciti che si possono configurare: dalla truffa al furto di identità e all’esercizio abusivo della professione assicurativa.
I cento siti sono stati scoperti dall’Ivass negli ultimi tre anni, spesso dopo reclami che l’autorità ha ricevuto da consumatori. L’Ivass avverte la Procura , che attiva la Polizia postale per far mettere offline il sito-fantasma il più presto possibile. In sette casi su dieci, si riesce anche a farli sparire dai motori di ricerca.
Ma «è una fatica improba», ammette Rossi: «Molti siti oscurati ricompaiono poco dopo sotto altro nome, facendo pensare a poche centrali criminali. Solo le autorità inquirenti, alle quali continueremo a fornire segnalazioni e ogni possibile supporto, possono sradicare questa malapianta».
Nel frattempo, si può solo ricordare agli utenti di verificare attentamente il testo e la grafica delle mail di offerta che ricevono, per capire se ci sono errori di contenuto o di aspetto oppure se sono imitazioni di operatori conosciuti. Al minimo sospetto, evitare di cliccare sul link che dalla mail trasferisce al sito e - a maggior ragione - di aderire alla richiesta del sito di digitare i propri dati.
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