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Dossier Post diesel: il mercato affronta la transizione

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    Dossier | N. 16 articoliAuto, ecco come sta evolvendo la specie

    Post diesel: il mercato affronta la transizione

    In un contesto mondiale in rallentamento, anche l’economia italiana vede diminuire il suo tasso di crescita e le prospettive per i prossimi mesi non sono particolarmente positive. L’indicatore anticipatore del ciclo economico, sostiene l’Istat, «prosegue la flessione». Anche il mercato dell’auto dopo il recupero a due cifre del triennio 2015-2017, nel 2018 si sta attestando sui livelli del 2017 e di conseguenza si stima che nell’intero anno le immatricolazioni si collocheranno intorno a quota due milioni.

    La stagnazione del 2018 dovrebbe essere però soltanto una fase di consolidamento in vista della prosecuzione della ripresa verso quota 2,2 milioni di immatricolazioni. Livello che il Centro Studi Promotor ritiene fisiologico per il mercato italiano e che dovrebbe essere raggiunto, economia permettendo, nel 2020. Con un parco circolante di oltre 38 milioni di autovetture non si può certo pensare che un livello di immatricolazioni intorno ai due milioni sia sufficiente per assicurare la sostituzione delle troppe vetture vecchie o come minimo obsolete di fronte alla diffusione sempre più rapida di nuove tecnologie estremamente accattivanti. E dunque la crescita del mercato dell’auto dovrebbe ripartire già nel 2019.

    L’anno in corso non è però soltanto una fase di transizione tra due periodi di crescita. Vi è infatti un elemento nuovo di grande importanza che comincia ad influire sulla domanda ed è la messa in stato di accusa del diesel, una soluzione che in termini di CO2 è certamente vincente rispetto alla benzina. In Germania la domanda di vetture diesel ha subito un calo superiore al 20%. In Italia la contrazione è invece soltanto di alcuni punti percentuali. Gli utilizzatori di auto diesel con una vettura da sostituire hanno grandi difficoltà a trovare una soluzione altrettanto valida in termini economici, di prestazioni e comfort.

    I dati sul primo semestre del 2018 dicono che i trend sono sostanzialmente due. Molti automobilisti hanno rinviato la decisione di sostituire la propria auto con l’effetto di accentuare il rallentamento della domanda. Altri si sono orientati essenzialmente sulle auto a benzina e quando hanno optato per le auto verdi hanno puntato soprattutto sul metano, che è, in effetti, una soluzione ancora più conveniente del diesel sul piano economico e con prestazioni assolutamente comparabili ed emissioni decisamente più basse.

    Il metano non può essere, però, una soluzione alternativa al diesel valida per tutto il Paese, perché la rete di distribuzione non copre in maniera adeguata il territorio nazionale. Il che è abbastanza sorprendente se si pensa alle grandi agevolazioni fiscali di cui gode il metano per autotrazione da sempre. Questa circostanza dovrebbe far riflettere chi pensa che per l’auto elettrica sia possibile disporre in tempi ragionevolmente brevi di una rete di ricarica delle batterie e quindi prevede ed auspica una rapida diffusione di massa del full electric.

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