L’alimentazione a gasolio non costituisce più l’opzione preferita dagli automobilisti europei. Prima il dieselgate, poi i sempre più stringenti limiti di circolazione nelle aree urbane, stanno forzatamente cambiando le scelte di mobilità. L’analisi di Dataforce sulle quote di immatricolazione di auto a gasolio dal 2010 a oggi dimostra che, nei 5 Paesi automobilisticamente più rilevanti del continente, soltanto in Italia il diesel ha ancora la maggioranza delle vendite: quest’anno ha una market share del 53,58%, ma era del 56,43% nel 2017 e del 57,91 nel 2016. A inizio decennio, quando la crisi economica aveva fortemente ridotto la capacità di acquisto degli automobilisti, l’auto a gasolio era al 45,9%.
Molto più evidente la flessione in Germania: nel 2018 raggiunge una quota del 32,48%, l’anno scorso era al 38,87% e due anni fa al 45,94%, mentre negli anni precedenti si era mantenuta sempre attorno al 47%. Anche nel Regno Unito il diesel è in ribasso, passando dal 50% del mercato di 5-6 anni fa all’attuale 32,38%. In Francia, dopo la punta massima registrata nel 2012 (72,92%), è sceso all’attuale 40,23%, mentre in Spagna è al 38,74%, quando negli anni passati aveva costantemente veleggiato attorno a quota 70%.
Anche nelle flotte aziendali la crisi del diesel è acclarata, sebbene (ovviamente) in proporzioni minori, data la mancanza di una reale alternativa in termini di competitività di costi d'esercizio. Il Regno Unito è il paese dove l'auto business a gasolio è in calo più evidente: negli ultimi due anni ha perso circa il 10% ogni 12 mesi. Ora è al 39,41%, ma era al 59,57% soltanto nel 2016. In Germania il diesel conquista solamente il 57,76% delle flotte, quando negli scorsi anni era costantemente al di sopra del 70%. In Francia, dove a inizio decennio l'utenza professionale sceglieva l'alimentazione a gasolio nel 90% dei casi, si è arrivati quest'anno al 69,73%, con un calo nell'ultimo anno di ben 7 punti. In Spagna la market share del diesel è attualmente al 62,5%, ma nell'ultimo anno ha perso ben 12 punti. E in Italia? La flessione è molto meno accentuata: nel 2018 è al 73,87%, nel 2017 al 75,09% e nel 2016 al 77,31%, cioè in linea a tutti gli anni precedenti di questo decennio.
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