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Dossier La vera sfida? Il difficile addio al diesel

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    Dossier | N. 16 articoliAuto aziendali: i nuovi modelli e gli scenari di mercato

    La vera sfida? Il difficile addio al diesel

    Mentre il Pil e il mercato dell’auto italiano sono ancora lontani dal livelli antecrisi, il settore dell’auto aziendale ne è ormai fuori dal 2016, anno in cui le immatricolazioni hanno superato il livello del 2007. La crisi non è ovviamente passata invano. La ricerca dell’efficienza, del risparmio, della razionalizzazione dei processi e, in generale, l’esperienza dell’austerità stanno condizionando fortemente i criteri di gestione. Ai fleet manager la crisi ha offerto occasioni importanti per affinare la loro professionalità. I risultati già si vedono e ancor più si vedranno nei prossimi anni, quando le flotte aziendali dovranno affrontare nuove e impegnative sfide. La prima è sicuramente quella della sostituzione dei diesel con veicoli con altri tipi di motorizzazione, la seconda è l’avvento dell’auto elettrica e la terza è lo scenario che si sta delineando sempre più chiaramente nella guida autonoma. La questione del diesel, demonizzato per le sue emissioni di particolato e di ossido di azoto, sta già avendo conseguenze sulla composizione delle vendite per tipo di alimentazione. In Italia nei primi otto mesi dell’anno la quota sulle immatricolazioni del diesel è calata di 3 punti percentuali a vantaggio soprattutto delle auto a benzina, a metano e ibride. In altri Paesi e in particolare in Germania l’impatto è stato molto più forte. In Italia, come emerge da una recente indagine di Econometrica, nelle flotte aziendali le auto a gasolio sono il 92,3% e si prevede che la loro quota calerà nel 2019 di almeno 3 punti. In effetti, se si presta la dovuta attenzione ai costi di esercizio, come i gestori delle flotte e tutti coloro che usano l’auto per lavoro debbono fare, non esiste al momento una soluzione vantaggiosa in termini economici e di efficienza come il diesel. Il suo abbandono non appare certo facile per gli utenti di auto aziendali e questo spiega perché dall’indagine già citata emerge che la maggior parte delle flotte, quantomeno nel prossimo anno, sostituirà i diesel a fine corsa con altri diesel.

    Certo, vi è anche una piccola quota di gestori di flotte che dichiara che sostituirà i suoi diesel con auto ibride o addirittura con elettriche pure, ma è un’infima minoranza e qui si apre la seconda questione. Quali prospettive vi sono a breve per far sì che le flotte diventino più verdi nella fase di transizione verso l’elettrico? Al momento, al di là di casi e impieghi particolari, non vi sono le condizioni dal punto di vista economico e dell’efficienza gestionale per un significativo impiego di soluzioni elettriche nelle flotte. E tuttavia tutte le Case auto stanno investendo in maniera massiccia su elettrico ed elettrico, dunque occorre che i gestori delle flotte comincino ad affrontare il problema con l’impegno che merita. Molto più semplice appare invece la transizione verso l’auto a guida autonoma perché il processo è già cominciato e si sta realizzando gradualmente con l’adozione progressiva nella nuova produzione delle Case auto di soluzioni che saranno poi caratterizzanti per l’auto del futuro. Quello che è certo è che i gestori di flotte sono usciti dalle difficoltà della crisi con un notevole arricchimento del loro bagaglio professionale ed ora sono chiamati a rimettersi in discussione per affrontare sfide nuove e ineludibili.

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