Auto capaci di guidare in maniera autonoma in determinate situazioni, di evitare incidenti mortali come l’urto contro un pedone e di comunicare con le altre auto per “informarle” sulle condizioni del traffico. Nonostante possa sembrare una visione futurista della mobilità, tutto questo è già realtà.
Un cambiamento di questo tipo porta e porterà novità anche sul fronte assicurativo, con nuove modalità e proposte. Tra le compagnie assicurative Unipol ha iniziato a sperimentare nuove soluzioni assicurative quando il tema non era protagonista come oggi, lanciando sul mercato oltre dieci anni fa la scatola telematica, una sorta di “scatola nera” in grado di registrare i percorsi del driver e le dinamiche di un sinistro. Il servizio con gli anni si è arricchito a tal punto che in pochi millimetri quadrati possono ora essere raccolte migliaia di informazioni per una profilazione totale degli assicurati.
Unipol è così è in grado di conoscere per esempio quante buche ci sono in tutto il territorio nazionale, quali sono le strade più pericolose, dove si possono verificare gli incidenti a causa di buche, di cartelli stradali che disturbano la guida, di curve che seguono una particolare la morfologia della strada. Quale tipo di evoluzione avrà il mercato dell’auto è facile intuirlo, dal momento che da anni i maggiori costruttori sono alle prese con prototipi a guida autonoma.
A quel punto, quando cominceranno a circolare veicoli sulla base di algoritmi, radar e telecamere la mobilità e la sicurezza diventeranno individuale grazie a una costante profilazione degli assicurati. Unipol, che attraverso la nuova società AlfaEvolution Technology collabora già con l’università di Milano (per gli algoritmi), con quella di Bari (per l’intelligenza artificiale), con il Politecnico di Torino (per l’automotive), sta studiando e s’interroga su quali componenti di queste auto si dovranno assicurare. Per esempio l’auto ha bisogno di sincronizzarsi con un semaforo per fermarsi o ripartire al momento giusto.
Cosa succede se la connettività non ha funzionato? O se il radar non ha individuato un cartello? Le variabili sono tantissime, considerati soprattutto i livelli di attenzione o di disattenzione dell’uomo. Con i ricercatori della Sapienza di Roma e dell’università di Bologna, Unipol sta studiando il livello di distrazione di un guidatore su auto a guida semi-autonoma cioè sui cveicoli equipaggiati con frenata d’emergenza o il sistema che riconosce il superamento involontario della linea bianca. Nel momento in cui dalla guida autonoma si chiede l’intervento umano è possibile capire quanto sia distratto l’autista. Questo lungo elenco di novità e di variabili in gioco, porta attori “tradizionali” come le assicurazioni a diventare parte attiva, e soprattutto innovativa, di una mobilità in profonda trasformazione capace di essere sempre di più al fianco dell’utente. Inoltre è importante sottolineare come la presenza di scatole nere a bordo porteranno significativi vantaggi anche nel breve periodo.
Basti pensare all’innalzamento del costo delle polizze causate dalle truffe assicurative, realtà che grava in maniera importante su attori come il servizio sanitario nazionale. Con una presenza capillare di scatole nere a bordo, potrebbe essere debellato rapidamente.
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