Stop non solo alle telefonate promozionali, ma anche ai messaggi pubblicitari che affollano le cassette della posta. Il Registro delle opposizioni – l’elenco al quale iscrivere il proprio numero di telefono per mettersi al riparo dal telemarketing selvaggio – sta per aprirsi anche alla carta. Si tratta di una novità che si è concretizzata nei giorni scorsi, con l’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei ministri del decreto che permette di inserire nel Registro anche l’indirizzo degli abbonati presenti negli elenchi telefonici pubblici.
Cellulari e numeri fissi
Non è la sola novità. A febbraio, la legge 5/2018 aveva previsto un intervento ancora più incisivo, con l’inserimentonel registro anche dei cellulari edelle numerazioni fisse non presenti negli elenchi telefonici. Quelle misure, però, non sono ancora diventate operative perché mancano le norme di attuazione, che avrebbero dovuto essere predisposte entro l’inizio di giugno.
I nuovi prefissi
L’unica novità prevista dalla legge 5/2018 che ha già visto la luce nei giorni scorsi riguarda i due codici stabiliti dall’Autorità per le comunicazioni per permettere all’utente di capire chi lo chiama. Si tratta di due prefissi che il call center deve anteporre al numero e attraverso i quali gli utenti possono capire se chi chiama lo fa per una ricerca statistica o per attività pubblicitaria.
Occorreranno almeno quattro mesi prima che il meccanismo vada a regime, perché gli operatori telefonici devono configurare i sistemi. I call center potranno anche non utilizzare i due codici e continuare a usare le numerazioni “normali”, ma dovranno fare in modo che queste possano essere richiamate dall’utente.
La diffusione limitata
Al momento il registro delle opposizioni può ospitare solo le numerazioni degli abbonati presenti negli elenchi telefonici. Ma la diffusione dello strumento è inferiore alle potenzialità: in sette anni vi risultano iscritte 1,5 milioni di numerazioniin un bacino di potenziali interessati che tocca i 10 milionidi utenti. La tiepida risposta può essere attribuita alla scarsa conoscenza dello strumento e alla sua parziale efficacia: la presenza del numero nel registro, infatti, non è detto che faccia cessare le telefonate.
Gli operatori «aggressivi»
Quando si parla di telemarketing, infatti, un tema chiave è quello dell’inosservanza delle regole da parte di alcuni operatori. Questi ultimi dovrebbero, prima dell’avvio di una campagna promozionale, cancellare dalle proprie liste gli utenti iscritti al registro delle opposizioni. Una verifica che non sempre viene fatta. L’inadempienza spesso si accompagna alla mancata informazione – che l’operatore deve fornire all’utente al momento della chiamata – sulle modalità di reperimento del numero e sull’esistenza del registro delle opposizioni.
Unfreno a questi comportamenti aggressivi arriva sempre dalla legge 5/2018: con l’iscrizione al registro si intendono automaticamente revocati – tranne che per i contratti in essere - tutti i consensi che l’utente può aver prestato per l’uso del proprio numero di telefono a scopi commerciali.
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