Le fiere svizzere di orologi e gioielli cercano di creare un nuovo argine, per fermare l’onda della perdita di espositori. Sia la basilese Baselworld, sia il ginevrino Sihh (Salon international de la haute horlogerie) sono colpiti dalle uscite di marchi ed entrambi stanno tentando di reagire. Baselworld, che si tiene in marzo ed è il principale appuntamento internazionale nel settore, cerca di abbassare i costi sia all’interno della fiera sia all’esterno (attraverso un’intesa con gli hotel) e di dare maggior spazio ai gioielli. Il Sihh, che si tiene in gennaio, riduce i giorni da cinque a quattro (Baselworld era già passata da otto a sei quest’anno) ma sottolinea la sua tenuta e i suoi legami con il mondo digitale. Anche la fiera di Basilea d’altronde indica i suoi volti tecnologici.
Concorrenti tradizionali, almeno in parte, le due fiere elvetiche ora devono affrontare sfide analoghe. Mentre esponenti dell’industria orologiera rossocrociata ripetono l’appello – inascoltati, almeno sin qui - a unire le forze, a fare insomma un’unica grande fiera annuale, si contano le uscite dell’ultima fase su entrambi i fronti. Per Baselworld l’ultima in ordine di tempo, il mese scorso, è quella di de Grisogono, marchio noto soprattutto per i gioielli, che in gennaio organizzerà una sua esposizione esclusiva di gioielleria e orologeria a Ginevra. De Grisogono ha riconosciuto il ruolo di Baselworld per il passato, ma ora vuole «adeguarsi all’evoluzione della rete di distribuzione e dei canali di comunicazione».
Alcuni giorni prima era stata Corum ad annunciare l’uscita dalla fiera basilese. Il marchio di orologi ha indicato come priorità «il rivenditore, il cliente finale e la stampa» e vuole organizzare «eventi più intimi e ben mirati su tre continenti». In settembre era stata la Raymond Weil a render noto che sarebbe uscita dai ranghi di Baselworld, alla ricerca di contatti più diretti con i consumatori.
La bomba a Basilea d’altronde era già scoppiata in estate, con l’annuncio dell’uscita di Swatch Group, il maggior gruppo orologiero, forte dei suoi 18 marchi (tra i quali, oltre a quello omonimo, Omega, Breguet, Tissot). Le motivazioni dell’abbandono di Baselworld da parte del gruppo guidato da Nick Hayek sono in sostanza le stesse poi sentite da altri: necessità di nuove forme di comunicazione, inadeguatezza della fiera basilese, costi elevati. A Basilea rimangono altri due pilastri come Rolex e Patek Philippe, ma l’assenza di un peso massimo come Swatch Group non passa certo inosservata. Già nel marzo scorso, d’altro canto, una serie di marchi dell’orologeria non si erano presentati agli stand basilesi e tra questi Eberhard. Rispetto al 2017, i visitatori nel 2018 sono rimasti stabili, a circa 106mila, ma gli espositori sono scesi da 1.300 a 650.
Il Sihh punta sulla sola gamma alta e gioca su numeri più ristretti, ma pure registra qualche addio. Audemars Piguet e Richard Mille hanno annunciato in settembre che saranno presenti per l’ultima volta nel 2019 e che dal 2020 non ci saranno più. Audemars Piguet ha spiegato di voler puntare su «relazioni dirette e personali con gli appassionati di orologi di tutto il mondo». Richard Mille ha affermato che «l’universo dei grandi saloni non corrisponde più alla strategia ultraselettiva del marchio». Il gigante Richemont, che tra i suoi molti marchi ha Cartier, Montblanc, Panerai, resta di gran lunga l’ossatura principale del salone ginevrino, affiancato da alcuni marchi storici, tra cui Girard-Perregaux. Gli espositori al Sihh nel 2019 – dal 14 al 17 gennaio - saranno stabili a quota 35, di cui 18 maison e 17 indipendenti (nel Carrè des Horlogers). C’è un giorno in meno, però l’orario si allunga: dalle 8.30 alle 20. Quest’anno i visitatori sono stati circa 20mila.
Tornando a Baselworld 2019, che si terrà dal 21 al 26 marzo, gli organizzatori offriranno strumenti digitali come il chatbot, già lanciato nell’edizione di quest’anno. E utilizzeranno gli spazi lasciati dai partenti a favore anche, e soprattutto, della gioielleria. I gioiellieri che prima erano nel padiglione 2 saranno al centro della Hall 1.2. Il nuovo direttore generale di Baselworld, Michel Loris-Melikoff, in ottobre ha spiegato che il numero di prenotazioni per il 2019 era leggermente al di sopra del livello del 2018, nonostante tutto. L’obiettivo è fermare le uscite, dopo il grande calo rispetto al 2017. Ma la sfida da giocare questa volta è davvero di taglia ampia.
© Riproduzione riservata