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Dossier | N. 40 articoliÈ tempo di orologi

Le vendite di orologi in Italia rallentano: calo del 13,3% nei primi nove mesi dell’anno


La campagna natalizia è uno dei momenti clou in tutto il mondo per le vendite al dettaglio di orologi, messe a dura prova dalla concorrenza del canale online. (Agf)
La campagna natalizia è uno dei momenti clou in tutto il mondo per le vendite al dettaglio di orologi, messe a dura prova dalla concorrenza del canale online. (Agf)

Rallenta il mercato delle lancette in Italia. Gli indicatori che fanno emergere una frenata del comparto sono molteplici. A iniziare dagli ultimi dati relativi all’export di orologi made in Swiss. Dall’inizio dell’anno a settembre la contrazione delle vendite è stata del 13,3% per un valore passato dagli 874,2 milioni di franchi svizzeri del 2017 agli attuali 757,9. A oggi l’Italia rimane ancora nella top ten dei mercati più importanti per l’industria orologiera elvetica, ma è scivolata pericolosamente al nono posto. È ancora presto per tirare conclusioni. Molto dipenderà dall’andamento delle vendite nell’ultimo trimestre, sul quale peserà l’effetto generato dalle festività natalizie. Ma sono in tanti a ritenere che sarà davvero difficile, se non impossibile, recuperare terreno in così poco tempo e chiudere l’anno con un risultato complessivo migliore rispetto al miliardo e 181 milioni di franchi svizzeri messi a segno nel 2017.

A impattare negativamente sull’andamento potrebbero esserci da un lato un cambiamento nella dinamica degli acquisti da parte dei turisti che oggi prediligono altre destinazioni come Regno Unito, Francia e Germania e dall’altra un ristagno dei consumi interni. Mario Peserico, presidente di Assorologi, getta acqua sul fuoco. «Da sempre l’Italia è, per l’orologeria svizzera un riferimento importante. Negli ultimi anni ha però raggiunto un livello di saturazione tale per cui la capacità di assorbimento non è più la stessa di quella avuta in passato ed è dunque comprensibile che il mercato stia vivendo un momento di fisiologica transizione. Il clima di grande incertezza, soprattutto a livello politico che sta vivendo il Paese non aiuta di certo e anzi porta come inevitabile conseguenza a una scarsa propensione all’acquisto da parte del consumatore».

Mario Peserico, presidente di Assorologi

Economia stagnante e Pil piatto hanno fatto sentire i loro effetti sull’andamento dei consumi. Recentemente l’Istat ha fotografato una situazione nella quale le vendite al dettaglio a settembre in Italia sono diminuite rispetto al mese precedente dello 0,8% in valore e dello 0,7% in volumi. Un dato questo che se riferito all’anno in corso vede salire la contrazione al 2,5% in valore e al 2,8% in volumi. Il comparto orologiero paga un conto ancora più salato. Stando all’indagine realizzata da Gfk reatil & technology per conto di Assorologi negli ultimi 12 anni sono andati persi circa 5 mila punti vendita. «Il settore è al centro di un importante processo di trasformazione nel quale l’e-commerce sta crescendo in maniera significativa - prosegue Peserico -. Oggi guardiamo con molta attenzione alla flessione del canale tradizionale delle orologerie attraverso il quale transita meno della metà del mercato. Questo fatto deve rappresentare il punto di partenza per una riflessione profonda tra i protagonisti del mercato, marchi e dettaglio specializzato, sulle dinamiche di consumo e su come intercettarle nel modo più efficace».

Nel 2017 in Italia sono stati venduti poco più di 6,7 milioni gli orologi da polso per un fatturato di circa 1,46 miliardi di euro. Ma il dato rilevante arriva dal canale online che ha movimentato un terzo delle vendite in volumi passando da 25,6% del 2016 al 28,2%. In termini di valore la quota di mercato è raddoppiata nel giro di un solo anno: nel 2017 è arrivata al 23,5% contro il 14,6% del 2016. Siamo solo agli inizi. Allargando gli orizzonti sono sempre di più gli italiani che oggi acquistano on line. Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio Multicanalità e promossa dalla School of Management del Politecnico di Milano insieme a Nielsen, il numero di persone che utilizza il web per fare shopping, o che si avvale del supporto di digitale nel percorso di acquisto, è arrivato a 35,5 milioni (67 per cento della popolazione sopra i 14 anni) con una crescita del 7% rispetto al 2017. Numeri incoraggianti che trovano una sponda nella ricerca di Gfk dalla quale emerge una crescita del 17% in volumi dell’acquisto di orologi operato su piattaforme generiche come Amazon ed ePrice. L’attenzione adesso è tutta per il Natale momento nel quale si gioca la partita più importante.

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