Chiuso a fatica il capitolo manovra, la maggioranza apre quello dei decreti attuativi. A partire dal reddito di cittadinanza, la “misura bandiera” del M5S per la quale il ddl Bilancio stanzia 7,1 miliardi per il 2019, rinviando però per le regole e i criteri di accesso ad un provvedimento ad hoc che dovrebbe approdare sul tavolo del Cdm la seconda settimana di gennaio. Le prime indicazioni sul reddito (e la pensione) di cittadinanza che verrà, basate su una prima bozza del relativo decreto che circola tra gli addetti ai lavori, confermano una partenza ritardata «a decorrere dal mese di aprile 2019», mentre il sostegno economico vero e proprio decorrerà «dal mese successivo a quello della richiesta». Si potrà beneficiare del nuovo sostegno al reddito «per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi rinnovabile «previa sospensione dell'erogazione per un mese prima di ciascun rinnovo».
Platea di 1 milione 375mila nuclei familiari
In base alla relazione tecnica di accompagnamento in cantiere, la platea con i requisiti per accedere a reddito e pensione
di cittadinanza supera 1 milione e 375mila nuclei familiari, compresi quelli di stranieri se residenti da almeno 5 anni e
in possesso di permesso di soggiorno, a fronte di circa 1,8 milioni di famiglie che vivono sotto la soglia di povertà (le
stime sono stati basate sulle dichiarazioni sostitutive uniche ai fini Isee relativi al 2017). I costi si attestano a 6,1
miliardi nel 2019 (tenendo conto della partenza ad aprile e considerando una adesione al 90%), che salgono a 7,8 miliardi
di euro nel 2020 (8.05 miliardi lo stanziamento previsto dalla manovra), a circa 8 miliardi di euro nel 2021 (8,3 mld), per
poi stabilizzarsi a 7,8 miliardi dal 2022.
Patto di inclusione e Patto per il lavoro
Sempre secondo la bozza del provvedimento, tutti i componenti della famiglia in età lavorativa saranno tenuti a rispettare
gli obblighi «connessi alla fruizione del reddito di cittadinanza». Due i percorsi di sostegno possibili: il “Patto di inclusione
sociale” o il “Patto per il lavoro”, salvo chi ha compiti di cura di bimbi piccoli (entro i 3 anni) o disabili. Insieme alla
domanda di accesso al Rdc, il richiedente dovrà dare immediata disponibilità al lavoro e successivamente saranno individuati
gli altri componenti del nucleo «tenuti a rispettare gli obblighi connessi alla fruizione» del reddito.
Obbligo di accettare una di tre offerte di lavoro “congrue”
Nei trenta giorni successivi al riconoscimento del beneficio ci sarà la convocazione (per ora si parla di centri per l’impiego
o servizi sociali del Comune, ma, stando agli annunci, dovrebbero essere coinvolti anche le agenzie per il lavoro private)
e la valutazione «dei bisogni del nucleo familiare e dei suoi componenti», individuando «i componenti del nucleo familiare
tenuti, oltre al richiedente» che dovranno rispettare alcuni obblighi, a partire da quello di «accettare almeno una di tre
offerte di lavoro congrue», e a dare disponibilità di un «massimo di otto ore settimanali» da dedicare a progetti «gestiti dai Comuni, utili alla collettività in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni», pena
la «perdita del beneficio per l'intero nucleo familiare».
Gli altri obblighi per chi accede al beneficio
Tra gli altri impegni che dovrà sottoscrivere chi accede al reddito di cittadinanza, quello di «collaborare» con chi deve
definire «il bilancio delle competenze» per la definizione del Patto per il lavoro, svolgere una «ricerca attiva del lavoro»,
consultare «periodicamente l’apposita piattaforma digitale», accettare «di essere avviato a corsi di formazione e riqualificazione
professionale», sostenere «colloqui psicoattitudinali e le eventuali prove di selezione finalizzate all'assunzione».
I paletti redditualii per l’accesso
I paletti reddituali indicati dalla bozza del provvedimento attuativo del Reddito di cittadinanza prevedono poi un'Isee complessiva
entro i 9.360 euro e un reddito familiare che non superi i 6mila euro (per un single) elevati in base alla composizione del
nucleo familiare fino a un massimo di 12.600 euro. Un altro paletto riguarda il valore del patrimonio immobiliare, che non
potrà superare i 30mila euro, sempre ai fini Isee, e mobiliare non oltre i 6mila euro, elevati fino a 10mila euro per un nucleo
di tre persone, e di ulteriori 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo, più altri 5mila euro per ogni componente
con disabilità. Non ci devono poi essere intestatari di auto nuove (immatricolate nei sei mesi precedenti la domanda) o di
grossa cilindrata (sopra i 1.600 cc), moto sopra i 250 cc e barche. Il sostegno non andrà nemmeno ai nuclei in cui siano presenti
disoccupati per dimissioni volontarie.
Pensione di cittadinanza, i requisiti per gli over 65
Con il reddito di cittadinanza arriverà anche la pensione di cittadinanza, che sarà erogata a chi ha più di 65 anni e solo
se parte di un nucleo familiare tutto over 65. I requisiti anche in questo caso sono un valore Isee sotto i 9.360 euro, oltre
al non avere redditi familiari superiori a 7.560 euro (elevati comunque a 9.360 euro se si vive in affitto). Nel caso dei
pensionati, il supporto massimo è sempre di 780 euro al mese suddiviso in una integrazione al reddito fino a 7.560 euro l'anno
(630 euro al mese) e una integrazione per l'affitto o per il mutuo che si ferma a 1.800 euro l'anno (150 euro al mese).
Inps: a gennaio non si applicano norme manovra 2019
Rimanendo sul fronte previdenza, nell’ultimo giorno del 2018 arrivano anche i charimenti dell’Inps sull'applicazione della
rivalutazione delle pensioni (“perequazione”) dal 1° gennaio 2019. In una nota, l'Inps informa che «alle pensioni in pagamento
nel prossimo mese di gennaio non è stato possibile applicare la normativa sul sistema di rivalutazione delle pensioni introdotto
dalla Legge di stabilità 2019 oggi approvata dal Parlamento». Infatti, per assicurare sin dalla prossima mensilità il pagamento
dell'importo di pensione rivalutato, come avviene ogni anno, «l'Inps ha provveduto ad elaborare gli importi delle pensioni
“rinnovate” entro il mese di novembre 2018, applicando la legislazione a quel momento vigente» (legge 388/2000). I criteri
di calcolo adottati nel rinnovo delle pensioni e delle prestazioni assistenziali sono stati illustrati dall'Istituto con la
circolare n. 122 del 27 dicembre 2018. Con successiva circolare - conclude la nota - dopo la pubblicazione della Legge di
bilancio per il 2019 sulla “Gazzetta Ufficiale”, si illustreranno «le modifiche apportate dalla nuova normativa e si descriveranno
le relative modalità di attuazione e i tempi per i conguagli».
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