Fino a pochi anni fa, Matera aveva pochi alberghi anonimi nel centro storico. Le cose sono cambiate da quando, il 17 ottobre
nel 2014, la città lucana è stata nominata capitale europea della cultura 2019. Da allora, e soprattutto nell'ultimo anno,
hanno aperto strutture di ogni livello, dai cinque stelle ai bed and breakfast. Chiunque avesse anche una semplice grotta
nei Sassi l'ha sistemata e messa a reddito su Booking o Airbnb. Oggi, certo non mancano gli indirizzi, e proprio questa abbondanza
rende la scelta più difficile.
Come individuare gli hotel che permettono di vivere al meglio Matera, esprimondone l'autenticità? Vi aiutiamo noi, con i nove
indirizzi più eleganti, autentici e nuovi.
Iniziamo da Alvino 1884 Hotel e Resort, che non è ancora finito e aprirà il prossimo aprile. Il progetto nasce dal recupero della struttura industriale del Pastificio Alvino, che fu fondato nel 1884. Si tratta di un intervento conservativo, con 26 camere, grandi saloni, e due cisterne ritrovate durante i lavori dove si organizzeranno mostre ed esposizioni di design. Grazie alla posizione fuori dal centro storico, ha ampi spazi per la piscina, lunga 50 metri, e i parcheggi. «La posizione è vantaggiosa», dice l'architetto Ettore Mocchetti che ha progettato il resort. «Matera è la terza città più antica del mondo, continuativamente abitata dal Paleolitico in poi. Bellissima, ma non sai dove mettere l'auto. Invece all'Alvino la lasci in hotel, e in centro ci vai con il pullmino elettrico gratuito per gli ospiti». Il nuovo hotel appartiene alla stessa famiglia di Palazzo Gattini, centralissimo, e sempre progettato dall'architetto Mocchetti. Gli ospiti possono usare i servizi di entrambi.
PER APPROFONDIRE / Matera 2019, capitale europea della cultura
A proposito di Palazzo Gattini, inaugurato nel 2008, è stato il primo cinque stelle nel centro di Matera. Realizzato in una dimora nobile, di fianco alla Cattedrale, ha suite con terrazza e piscina affacciate sui sassi, biondi di giorno e illuminati come un presepe la sera.
Alla realizzazione hanno lavorato artigiani del posto, usando materiali locali e conservando gli elementi di valore, come i magnifici soffitti a volta affrescati. Gli arredi sono un mix tra pezzi d'epoca che raccontano il prestigio del luogo e mobili contemporanei, come letti e divani nelle camere, una diversa dall'altra. C'è anche una piccola spa, con una vasca di galleggiamento dove lasciare andare tutte le tensioni. La terrazza del ristorante è un belvedere sulla città antica.
Aquatio. È un albergo diffuso di 5000 metri quadrati con la reception, il ristorante e le camere dislocate su un costone del rione Sasso Caveoso, nella contrada duecentesca di Conche. L'ingresso si apre su due ampi slarghi che anticamente erano dei vicinati. Il progetto ha mantenuto il carattere conviviale degli spazi comuni, come l'area relax, il ristorante, le tante piccole piazze d'incontro. Gli interni sono scavati nel tufo, spesso non intonacato, e sono arredati di bianco con mobili di design contemporaneo. Le camere, molto luminose e con vista sul sasso Caveoso, hanno piccole terrazze private su cui si può anche cenare.
Sant'Angelo Resort. In una delle piazza più panoramiche del centro storico, l'unico cinque stelle lusso di Matera ha 22 camere eleganti dislocate nel rione Pianelle e tutte con vista sull'anfiteatro spettacolare di grotte, chiese rupestri e monumenti antichissimi. Arredi bianchi, illuminazione poetica.
Sextantio Grotte della Civita. Un albergo originale di 20 camere ricavato nel Sasso Barisano, nella zona della Civita. Non solo. È un progetto filosofico/architettonico ambizioso che parte dall'idea di tutelare, attraverso il turismo, un patrimonio culturale minore, di cui Matera è la massima espressione in Italia. Come dice Daniele Kihlgren, proprietario di un borgo hotel simile in Abruzzo: «La Civita era la parte più umile della città, dove la gente viveva nelle grotte. Poi sono emigrati tutti, e la zona è stata abbandonata per decenni, quindi è ancora intatta.
La mia idea era di realizzare un progetto di ospitalità per proteggere questo magnifico patrimonio paesaggistico e culturale, creando un luogo che trasmettesse l'atmosfera del passato ma con le comodità attuali, usando solo materiali locali e di riciclo». Il risultato è un hotel autentico, elegante e curato. In cantiere, entro un paio di anni, c'è un ampliamento di 11 camere, stavolta in un palazzo nobiliare.
Palazzo del Duca. Sulla via principale del Sasso Caveoso, è in un palazzo del Cinquecento in buona parte scavato nella pietra. Poche camere, arredi semplici e contemporanei, qualcuna con vasca idromassaggio privata.
Corte San Pietro. Marisa Amoroso e Fernando Ponte sono stati tra i primi a trasferirsi nel centro storico di Mater, alla fine degli anni Ottanta, quando tutti invece se ne andavano via. Anzi, man mano che si liberavano le case attorno alla loro, le hanno acquistate e ristrutturate con molta cura e rispetto delle strutture, in parte grotte, in parte edifici. Oggi sono diventate 13 camere spaziose disposte attorno a tre cortili. Al posto dei numeri hanno il civico della vecchia abitazione e sulla porta c'è una targa con il soprannome della famiglia che ci abitava e il cognome dell'ospite in arrivo. Lo scopo è far sentire il turista a casa e di solito accade in modo spontaneo, quando la sera tutti si siedono nella corte conviviale a bere un bicchiere di vino. Le chiacchiere nascono di conseguenza. Sotto l'hotel sono state recuperate le antiche cisterne dell'acqua e trasformate in un percorso aperto al pubblico, che per l'inaugurazione di Matera Capitale della Cultura 2019, ospita una delle opere site specific di Alfredo Pirri.
Maison d'Ax. Un “riad” materano: fantasie, colori e design ricordano lo stile delle case marocchine. Sette le camere intitolate a grandi scrittori, da Leopardi a Bukowski, con letti a baldacchino, tappeti kilim, pavimenti in cotto e portoni in legno intagliato e dipinto. Ci sono anche due piccole piscine, una all'aperto, per gli ospiti, l'altra ricavata in una cisterna di raccolta dell'acqua a uso esclusivo della suite Herman Hesse.
Palazzo Viceconte. Un palazzo con ampi saloni nobili, con la collezione d'arte della famiglia ancora esposta e una raccolta di oltre 600 stampe in grande formato di Pino Settanni, fotografo del cinema italiano dagli anni '70 in poi.
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