Sono ancora giorni di “rodaggio” per la fatturazione elettronica. Tra modifiche normative e nuovi software non tutti gli operatori sono partiti davvero allo start del 1° gennaio scorso.
Lo dimostrano anche gli ultimi numeri diffusi dall’agenzia delle Entrate: alla mattina del 31 gennaio sono state inviate al Sistema di interscambio (Sdi) oltre 100 milioni di fatture da parte di 1,52 milioni di operatori. La media è pari a quasi 3,4 milioni di documenti giornalieri, un valore certo in aumento rispetto a quello di dieci giorni prima (2,65 milioni), ma ancora lontano dal flusso atteso a regime, che dovrebbe essere pari a 8-8,5 milioni. Tradotto: imprese e professionisti stanno ancora prendendo tempo. Mentre il vero banco di prova della e-fattura sarà a metà febbraio (il 18, perché il 16 è sabato), cioè alla scadenza della prima liquidazione Iva, quando terminerà il periodo di tolleranza per l’emissione tardiva delle fatture di gennaio da parte dei contribuenti mensili (mentre per quelli trimestrali si potrà arrivare addirittura al 16 maggio).
Fattura elettronica, l'ABC per capire la rivoluzione
Tra dilazioni e copie di cortesia
Gli effetti di questa fase di “assestamento” si possono ritrovare semplicemente facendo un giro tra ristoranti e pizzerie. Perché non è raro imbattersi in pubblici esercenti che, alla richiesta di fattura elettronica, si attaccano al telefono per chiedere in diretta l’assistenza del proprio commercialistao della software house; e alla fine spostano il problema più in là, congedando il cliente con frasi tipo: «Le spedirò il documento entro una decina di giorni».
I consumatori finali (privi di partita Iva) che si imbattono invece in esercenti già preparati ai nuovi obblighi potrebbero ricevere anche una copia analogica “di cortesia” della fattura trasmessa allo Sdi. Questa copia cartacea o in formato Pdf può essere d’aiuto nella gestione dei rimborsi spese dei dipendenti, se il fornitore emette la fattura elettronica (unico documento valido a livello fiscale) direttamente nei confronti del datore di lavoro.
I ritardi nella consultazione
I tempi si sono allungati anche per quanto riguarda la consultazione delle e-fatture direttamente rivolte ai consumatori finali. Famiglie, enti non profit e condomìni, infatti, non possono ancora consultare i documenti elettronici nel portale «Fatture e corrispettivi», che è riervato ai titolari di partita Iva. Solo da aprile potranno dare l’adesione per accedere a un’area riservata sul sito delle Entrate, da cui leggere e scaricare le fatture veicolate tramite il Sistema di interscambio (Sdi). Un’area riservata che sarà predisposta ad hoc così come richiesto dal Garante della privacy, e che sarà accessibile con il Pin di Fisconline (gli amministratori dovranno avere le credenziali abbinate al codice fiscale del condominio).
Il servizio di consultazione, in ogni caso, sarà disponibile a partire dal secondo semestre dell’anno. Così gli amministratori di condominio potrebbero dover disporre pagamenti soltanto sulla base della copia “analogica” che il fornitore è tenuto a consegnare al consumatore finale (a meno che quest’ultimo non rinunci). E lo stesso potrebbe accadere per i privati che stanno ristrutturando casa e oggi devono pagare l’impresa: in caso di difformità con la copia, il documento valido fiscalmente è l’Xml, per ora inaccessibile.
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