La prima data è già segnata sul calendario, e cade tra poco più di un mese: il 15 aprile l’agenzia delle Entrate metterà a disposizione online i modelli 730 precompilati per i redditi 2018.
Lavoratori dipendenti e pensionati potranno così cominciare a dare un’occhiata alle proprie dichiarazioni, che da quest’anno ospiteranno nuovi dati “precaricati” dal Fisco, perché verranno inserite per la prima volta - ad esempio - le spese per la frequenza degli asili nido o le erogazioni liberali a favore degli enti del Terzo settore. Oltre naturalmente alle informazioni già inserite dalle Entrate negli anni scorsi: interessi sui mutui, spese pagate con bonifico tracciabile per i lavori di recupero edilizio o risparmio energetico, redditi comunicati dai sostituti d’imposta, spese sanitarie e così via.
Come già accaduto dal 2015, i dati che le Entrate considerano più affidabili saranno inseriti nel modello, mentre gli altri saranno relegati al foglio informativo che correda la precompilata. In un caso e nell’altro, comunque, il contribuente potrà modificare, cancellare o inserire ex novo tutto ciò che occorre. Di più, potrà farlo anche oltre il termine di invio del modello 730, se dopo la trasmissione della dichiarazione dovesse accorgersi di aver commesso qualche errore (ad esempio, perché ha dimenticato un reddito o una detrazione): il tutto con un 730 integrativo, entro il 25 ottobre, per le sole correzioni a favore del contribuente; oppure con un modello Redditi Pf 2019 per qualsiasi tipo di rettifica.
La raccolta dei documenti
L’esperienza insegna che i dati precaricati diventano di anno in anno più precisi, ma nella maggior parte dei casi chi sceglie il fai-da-te deve modificare il modello: nel 2018 solo il 19% dei 2,9 milioni di contribuenti che hanno gestito il 730 da soli ha potuto evitare di correggerlo. Da questi numeri, chi è interessato a far da solo può trarre alcune indicazioni pratiche:
fin da subito conviene raccogliere tutta la documentazione relativa a redditi e oneri detraibili o deducibili del 2018 (scontrini di spese mediche, ricevute di attività sportive dei ragazzi e così via);
una volta radunati i giustificativi, bisogna archiviarli accuratamente, anche facendone una scansione digitale, perché andranno conservati fino al 31 dicembre 2024 (solo chi accetta la precompilata senza modifiche evita i controlli documentali del Fisco);
dopo aver corretto la precompilata, è meglio non avere troppa fretta nell’invio (che sarà possibile dal 2 maggio e va fatto entro il 23 luglio), perché il Fisco spesso emana chiarimenti in corsa di cui potrebbe essere indispensabile tenere conto.
Di certo occorrerà considerare le agevolazioni che debuttano nell’edizione 2019 del 730: dalla detrazione per gli abbonamenti di trasporto pubblico a quella per la «sistemazione a verde» di aree private, il cosiddetto bonus verde. Fino agli interventi su parti comuni condominiali destinati sia al risparmio energetico che alla riduzione del rischio sismico.
L’invio «assistito»
Naturalmente, non c’è solo il fai-da-te. Anzi, la modalità “assistita” è di gran lunga più utilizzata. Oltre che in prima persona - usando il Pin Fisconline, l’identità Spid, le credenziali dispositive dell’Inps, o una Carta nazionale dei servizi (Cns) - il contribuente può accedere alla precompilata anche tramite il proprio sostituto che presta assistenza fiscale oppure un Caf o un professionista abilitato. Ma in questo caso deve consegnare al sostituto o all’intermediario una delega per l’accesso al 730.
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