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Dossier Ds Performance: tutti i segreti della monoposto elettrica e non solo

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Dossier | N. 94 articoli Speciale Formula E: gare, macchine e tecnologia

Ds Performance: tutti i segreti della monoposto elettrica e non solo

2019: l'anno della svolta elettrica di Ds
La divisione Ds Performance è nata quattro anni fa, quando il costruttore francese è entrato nel campionato di Formula E, alla seconda stagione del campionato. Quest'anno però è particolarmente importante per diversi motivi. Per prima cosa è stato rinnovato il centro dal punto di vista tecnico e con l'arrivo di nuovi componenti del team affinché la squadra possa essere più competitiva. Secondo, il 2019 è un anno di svolta per Ds perché le conoscenze acquisite nel motorsport sono state mutuate sulle auto di serie e nei prossimi dodici mesi verranno presentati due modelli: Ds7 e-tense 4x4 hybrid con una potenza totale di 300 cv e un'autonomia in elettrico di 50 km. A questo modello farà seguito il primo 100% elettrico: Ds3 Crossback e-tense con motore da 100 kW e un'autonomia di 320 km (ciclo Wltp). Quest'ultima adotta gli sviluppi derivanti dalla monoposto elettrica, uno tra tutti il sistema di gestione e rigenerazione dell'energia che permette di raggiunge il 25% dell'energia rigenerata rispetto all'autonomia totale.

Come sono fatte le Gen 2
Le monoposto Gen2 di Formula E hanno elementi comuni per tutti i team.
Rispetto alla Gen1, la potenza della monoposto è aumentata a 250 kW (contro i 200 dello scorso anno) e permette uno scatto 0-100 km/h in 2.8 secondi e una velocità massima di 280 km/h contro i 225 della Gen1. La potenza massima utilizzabile in fase di qualifica è di 340 cv e di 272 in gara, quando però può essere attivato il “FanBoost” che porta a una potenza di picco istantaneo di 340 cv. Novità di quest'anno è anche l'activation zone, aree lungo il tracciato in cui i piloti possono accedere a una configurazione della monoposto da 306 cavalli.
Le scocche sono fornite da Spark Racing Technologies, i freni dalla Brembo, gli pneumatici sono all-weather Michelin Pilot Sport (monogomma) e le batterie da McLaren Applied Technologies (posizionate appena dietro la schiena del pilota) con una capacità quasi raddoppiata: da 28 kWh a 52 kWh mantenendo una massa di circa 385 kg, per un totale di circa 900 kg.

La Ds E-Tense FE19 (come tutte le monoposto elettriche) ha dimensioni importanti, lunga 5,16 metri, larga 1,77 m e con un passo di 3,10 metri.
Quello che cambia tra i team è il retrotreno, all'interno del quale è posizionato il motore elettrico, gli attacchi delle sospensioni e in convertitore.

La prova della Ds E-Tense FE19 a simulatore
Abbiamo provato a guidarla con il simulatore che utilizzano i piloti André Lotterer e Jean-Éric Vergne per allenarsi. Essendo una disciplina che sfrutta i circuiti cittadini, non è possibile fare molte prove e al simulatore viene fatto il 70% del lavoro. Ma com'è “guidare” una monoposto elettrica? Per prima cosa, le monoposto elettriche hanno tantissime regolazioni a cui i piloti possono accedere attraverso i bottini posizionati sul volante. Seconda cosa, lo sterzo. Il raggio di sterzata è davvero minimo e risulta difficile riuscire a fare tornanti o cambi di direzione improvvisi, sia perché non gira sia perché è molto duro. Viene da sé che i piloti sfruttano la potenza del motore elettrico anche per girare di sovrasterzo gli oltre 5 metri della monoposto. Terzo punto, i freni. L'impianto adotta dischi al carbonio ventilati, con pinze a quattro pistoni e freno posteriore a cavo sviluppati da Brembo. Quando si arriva a una curva stretta da un rettilineo è necessario anticipare un po' la frenata perché il sistema rigenerativo la allunga, come avviene anche sulle auto di serie.

La bravura dei piloti sta quindi nell'essere in grado di andare forte, conoscere e mettere a punto la monoposto, nonché gestire l'energia in modo tale da correre per i 45 minuti più un giro fino al termine dell'ePrix.

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