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10/10 Il decreto Crescita 2019: immunità limitata a manager e commissari Ilva

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    APPROVATO «SALVO INTESE»

    Dalle multe all’Imu sui capannoni, ecco le novità del decreto crescita

    Alla fine il via libera del governo, dopo un acceso Consiglio dei ministri durato oltre tre ore, è arrivato. Ma quello al decreto crescita è stato un via libera «salvo intese», il che significa che il testo non è definitivo ma subirà modifiche e integrazioni. Un articolato, quello del provvedimento su cui punta l'esecutivo giallo verde per rilanciare una crescita al palo, che ha imbarcato undici nuove norme presentate dallo Sviluppo economico, acquisendo la parvenza di una “decreto omnibus”. Cinquanta disposizioni in tutto, che spaziano dal pacchetto fiscale, con il ritorno dei superammortamenti e dall'aumento progressivo della deducibilità dall'Ires e dall'Irpef dell'Imu pagata per i capannoni alle tutele per il Made in Italy, dal prestito ponte di Alitalia agli incentivi per il rientro dei cervelli, all'immunità limitata a manager e commissari dell'Ilva. Il decreto ha perso il dossier più delicato: quello sui rimborsi ai risparmiatori, rinviato alla prossima settimana. Ecco alcuni dei punti principali del provvedimento.

    10/10 Il decreto Crescita 2019: immunità limitata a manager e commissari Ilva

    Dovrebbe essere alla fine entrata la norma che limita l'immunità penale per i manager e i commissari straordinari dell'ex Ilva (oggi di proprietà della ArcelorMittal), circoscrivendola all'Aia (Autorizzazione integrale ambientale), con l'eliminazione di ogni riferimento ad altre norme di legge su tutela dell'ambiente, salute e incolumità pubblica. Ad ogni modo l'immunità, limitatamente ai manager, si applicherebbe solo con riferimento alle condotte poste in essere fino al 30 giugno 2019. Lo scudo è stato introdotto dal governo Renzi con due Dl nel 2015 e nel 2016 per i commissari straordinari dell'acciaieria, agli affittuari e agli acquirenti prevedendo che le condotte poste in essere in attuazione del Piano ambientale «non possono dare luogo a responsabilità penale o amministrativa» in quanto «costituiscono adempimento delle migliori regole preventive in materia ambientale, di tutela della salute e dell'incolumità pubblica e di sicurezza sul lavoro». Norma su cui ora pende un ricorso alla Corte costituzionale promosso a inizio febbraio dal Gip di Taranto.

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