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2/10 Il decreto Crescita 2019: torna la rottamazione di multe

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    APPROVATO «SALVO INTESE»

    Dalle multe all’Imu sui capannoni, ecco le novità del decreto crescita

    Alla fine il via libera del governo, dopo un acceso Consiglio dei ministri durato oltre tre ore, è arrivato. Ma quello al decreto crescita è stato un via libera «salvo intese», il che significa che il testo non è definitivo ma subirà modifiche e integrazioni. Un articolato, quello del provvedimento su cui punta l'esecutivo giallo verde per rilanciare una crescita al palo, che ha imbarcato undici nuove norme presentate dallo Sviluppo economico, acquisendo la parvenza di una “decreto omnibus”. Cinquanta disposizioni in tutto, che spaziano dal pacchetto fiscale, con il ritorno dei superammortamenti e dall'aumento progressivo della deducibilità dall'Ires e dall'Irpef dell'Imu pagata per i capannoni alle tutele per il Made in Italy, dal prestito ponte di Alitalia agli incentivi per il rientro dei cervelli, all'immunità limitata a manager e commissari dell'Ilva. Il decreto ha perso il dossier più delicato: quello sui rimborsi ai risparmiatori, rinviato alla prossima settimana. Ecco alcuni dei punti principali del provvedimento.

    2/10 Il decreto Crescita 2019: torna la rottamazione di multe

    Torna la rottamazione di multe, Imu, Tasi, tassa rifiuti (la voce «entrate, anche tributarie» di enti locali, regioni, province e città metropolitane). I cittadini potranno sanare in via agevolata le ingiunzioni di pagamento ricevute dal 2000 al 2017 al netto delle sanzioni. Si tratta comunque di una opzione per le amministrazioni locali che avranno sessanta giorni di tempo dalla data di entrata in del decreto legge sulla crescita, per deliberare l'avvio della definizione agevolata fissando le modalità con cui il debitore dovrà manifestare la sua volontà di aderire alla nuova rottamazione, i termini per la presentazione dell'istanza in cui il debitore dovrà indicare il numero di rate con il quale intende effettuare il pagamento, nonché la pendenza di giudizi che hanno oggetto i debiti cui si riferisce l'istanza di definizione agevolata, assumendo l'impegno a rinunciare alle liti, nonché l'ammontare complessivo delle somme dovute per la definizione agevolata, quello delle singole rate e la scadenza.

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