Napoli, Castel Sant’Elmo. Sede magnifica per un Salone del libro e dell’editoria. Non a caso qui, tra le mura di una delle più antiche fortezze d’Europa, si sta svolgendo (è iniziato il 4 aprile, finisce oggi ) «Napoli Città Libro». Ben 164 editori, piccoli, grandi, medi; 220 eventi, con un’inaugurazione che ha visto dirigenti e autorità cimentarsi tra auspici e plausi. Qui cominciano le note del vostro cronista: ha fiutato lievi attriti tra il sindaco di Napoli e il governatore della regione Campania. Il primo cittadino, arrivato con un leggerissimo ritardo all’inaugurazione, ha comunque stretto la mano alla massima autorità regionale ma, come dire?, nel discorso del governatore aleggiava una leggera polemica. Ci è sembrato di capire che per le Universiadi (oltre 55 Paesi del mondo presenti tra giugno e luglio a Napoli) abbia pagato le spese la Regione ma il Comune sia saltato sul carro. E poi qualcuno ha notato avarizie dell’ente ospitante. Per esempio, carenze per condizionamento e illuminazione, presto sistemate dagli organizzatori di «Napoli Città Libro» (diciamolo sottovoce: un dirigente Rai pare sia corso a comperare i corpi illuminanti, volgarmente dette lampadine, perché mancavano). E le auto elettriche messe a disposizione per trasferire i relatori? Un autista ci ha confidato che non si sapeva dove ricaricarle e che le strutture comunali per tali mezzi non erano gratis. Un mattacchione ha invocato un fulmine come nel 1587, che avrebbe fornito energia a volontà. Costui, però, non sapeva che allora colpì la polveriera, facendo saltare un pezzo di fortezza.
(Modesto Michelangelo Scrofeo)
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