Il 2018 ha tenuto, con qualche perturbazione verso la fine dell’anno. Il 2019 è invece cominciato con un’intensa nuvolosità su alcune aree che richiederà un costante monitoraggio. Sono immagini prese in prestito della meteorologia che descrivono bene la performance dell’arredo made in Italy sui mercati esteri e le sue prospettive.
Secondo la fotografia scattata dal Centro studi FederlegnoArredo, lo scorso anno il fatturato complessivo del settore (arredamento, illuminazione, ufficio e bagno) si è attestato a 27,4 miliardi, più della metà (14,49 miliardi) realizzata a livello internazionale, con una crescita dello 0,9% rispetto al 2017. «È stato un anno interlocutorio - commenta il presidente di Assarredo Claudio Feltrin - ma la performance delle nostre aziende all’estero è ancora di segno positivo. Fare previsioni sul 2019 è difficile perché non si capisce ancora se ci sarà una schiarita o se pioverà. Una situazione che impone prudenza e cautela». L’attenzione è alta non tanto sulla Cina che rallenta la sua corsa, quanto sugli sviluppi della Brexit, sulla locomotiva tedesca in frenata, sulla politica commerciale americana e sulla situazione in Russia.
Il primo mercato di sbocco resta la Francia, dove le imprese del settore hanno realizzato oltre 2,2 miliardi di ricavi. Ma la protesta dei gilet gialli, fa notare Feltrin, potrebbe complicare i giochi nei prossimi mesi. Occhi puntati anche sulla Germania. A livello complessivo il Paese resta il secondo di destinazione, ma se si restringe il focus al solo arredamento si è già consumato il sorpasso da parte degli Usa. «La grande incognita - sottolinea Feltrin - è il Regno Unito, che rappresenta il quarto mercato per le imprese del settore». Il caos della Brexit ha già avuto i primi effetti con ricavi in discesa del 2,3% lo scorso anno. Lo spettro dell’uscita del Regno Unito dalla Ue non spaventa però tutti gli operatori del settore. È il caso della comasca Turri, che realizza all’estero il 99% del fatturato. «Brexit o non Brexit - dice il titolare Andrea Turri - il mercato britannico continuerà a rappresentare uno sbocco significativo per i prodotti di fascia alta. Ci crediamo a tal punto che a maggio apriremo a Londra un negozio monomarca». Dopo un 2018 «non semplice, dove ci siamo difesi con una piccola crescita - sottolinea l’imprenditore - stiamo iniziando a raccogliere i frutti della nostra semina in Asia, Medio Oriente e Usa e ci attendiamo a fine anno un aumento dei ricavi tra il 10 e il 15% rispetto allo scorso».
Per trovare la sorpresa del 2018 bisogna attraversare l’Oceano atlantico. È infatti negli Usa, terzo mercato in assoluto e primo al di fuori della Ue, che le vendite del settore hanno registrato il tasso di crescita più significativo: +7% a quota 1,3 miliardi. «Un’ulteriore accelerazione è possibile - afferma Feltrin - ma tutto dipenderà dall’andamento dell’economia e dalle scelte di Washington sul fronte della politica commerciale». Qui, oltre ai poli principali, come New York, Chicago, Los Angeles e Dallas, le aziende del comparto potrebbero iniziare a scoprire nuovi punti di approdo.
E la Cina? Al momento non spaventa quella che è stata battezzata «la nuova normalità», con un andamento dell’economia a giri meno veloci rispetto al passato. Lo scorso anno le esportazioni hanno segnato un incremento del 4,6% a quota 540 milioni e per l’anno in corso FederlegnoArredo stima un ulteriore scatto in avanti fino a sfiorare i 600 milioni, «grazie a una classe media che sta aumentando la propria capacità di spesa e vuole vivere all’europea».
Se poi potrebbe essere ancora un anno di incertezza per l’export in Russia, dove nel 2018 la galassia dell’arredo ha registrato un calo del 2,9% del fatturato, iniziano invece a guadagnare lentamente terreno nuovi mercati del Far East, come Corea del Sud, Vietnam e Indonesia. «Mete più lontane - chiarisce Feltrin - che richiedono una preparazione solida e investimenti più significativi».
Ne è consapevole Luxury Living Group. Per l’ azienda di Forlì che sviluppa, produce e distribuisce collezioni d’arredo per noti brand internazionali, «il 2019 - dice la titolare Raffaella Vignatelli - rappresenterà l’anno della riorganizzazione della rete distributiva con 5-6 nuovi punti vendita qualificati. Stiamo guardando con interesse alla ricerca di nuovi partner non solo negli Usa, ma anche in centro e sudamerica, e in alcuni Stati africani, come il Congo».
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