La scoperta della Design Week nel centro di Milano non può che cominciare là dove tutto è iniziato, alla Ca’ Granda, l'Università Statale, da 20 anni sede “storica” del Fuorisalone. Lo scorso anno dai cortili dell’edificio voluto da Francesco Sforza sono passate oltre 200mila persone. Quest’anno, fino al 19 aprile, ad attenderne altrettante, c’è la mostra-evento “Human Spaces”, che riunisce una serie di installazioni sperimentali e interattive di architettura e design, frutto della collaborazione tra progettisti di fama internazionale e aziende di riferimento, oltre che istituzioni e start-up.
Tra le installazioni più interessanti, “Help the Planet, Help the Humans”, grido d’aiuto per denunciare la presenza di plastica negli oceani dell’artista Maria Cristina Finucci per il Cortile d'Onore; “From shipyard to courtyard”, ideata da Piero Lissoni, che pone al centro del Cortile del 700 lo scafo rosso di uno yacht lungo 33 metri; “Sleeping Piles” di Estudio Campana, sette torri rivestite d'erba che riprendono le curve architettoniche del colonnato del Cortile della Farmacia e il tavolo “Parla!” di Marcio Kogan, fondatore dello studio di progettazione brasiliano mk27, un invito a creare un nuovo convivio.
Dopo essersi lasciati alle spalle via Festa del Perdono, dove il consiglio è tornare all'imbrunire, il momento migliore per ammirare le installazioni, si può proseguire per piazza del Duomo che quest'anno è più che mai in vena di festeggiamenti, a cominciare da quello per i 70 anni di Kartell. La ricorrenza è celebrata, a partire dal 10 aprile, con la mostra “The art side of Kartell”, curata da Ferruccio Laviani e Rita Selvaggio, e ospitata nel prestigioso Appartamento dei Principi di Palazzo Reale. In queste stanze sono raccontati settant'anni di vicende, storie straordinarie di cose pressappoco ordinarie, le evoluzioni del linguaggio dell'arte e l'evoluzione contemporanea e speculare del design Kartell.
Usciti sulla piazza, “Maestà sofferente”, una monumentale Up 5&6 di 8 metri di altezza vuole ricordare l'esistenza minacciata delle donne. La poltrona, disegnata 50 anni fa da Gaetano Pesce per B&B Italia, simbolo della donna imprigionata dai pregiudizi maschili, qui è trafitta da 400 frecce offrendo un interessante spunto di riflessione. Un'edizione speciale della Up5&6 a righe beige/verde petrolio, che si rifà alla cartella colore originale del 1969, è tra le novità presentate nel flagshipstore di via Durini, punto di passaggio fondamentale degli amanti del design che qui trovano grandi brand come Cassina, che racconta la propria identità tra innovazione e icone con l'allestimento curato dall’Art Director Patricia Urquiola, “The Cassina Perspective”.
Tra passato e futuro anche la deviazione nel primo tratto di via Manzoni, dove inaugura, durante la Design Week TheManzoni,
ristorante e showroom che segna il ritorno del designer inglese Tom Dixon dopo un anno di assenza.
Il passato è invece rivisitato dal designer pugliese Vito Nesta, che in un luogo storico come il Grand Hotel et de Milan presenta la sua prima mostra personale, “Musica da viaggio”. Nesta interviene con inedite installazioni site-specific nelle stanze dell'hotel in cui Giuseppe Verdi visse per trent'anni. Uno spazio completamente affine alla ricerca di Nesta,
che utilizza la memoria come un archivio infinito da cui attingere per creare un design nuovo che abbraccia colore, decorazione
e dialogo con la storia.
Il viaggio con Nesta può continuare in un'altra architettura milanese privilegiata, Villa Mozart, in via Mozart 9, dove torna “Doppia Firma”, progetto della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte che valorizza l’unione tra l’innovazione del design e la tradizione dei grandi maesti europei. In mostra, 19 opere originali figle di coppie eterogenee, come Vito Nesta e il laboratorio artigianale di carte da parati di San Patrignano o Patricia Urquiola e Bottega Ghianda.
Seguendo via Mozart fino a via Vivaio, tappa imprescindibile di questo Fuorisalone è l’Istituto dei ciechi, ormai casa storica di WonderGlass, che quest’anno presenta “Melt”, la sorprendente e poetica collezione di mobili in vetro disegnata da Nendo.
Proseguendo fino a via Mascagni, un'altra sorpresa è riservata dall'ex cinema Arti, costruito nel 1935 come sede per l'Opera Balilla dall'architetto Mario
Cereghini, che presto dovrebbe essere trasformato in albergo. Qui Britt Moran ed Emiliano Salci presentano Interstellar, la nuova collezione di mobili e tessuti di Dimorestudio.
Per gli amanti di Instagram l’appuntamento da non perdere è nel vicino Palazzo Isimbardi con “Conifera”, un’installazione architettonica voluta da Cos e realizzata con stampa 3D su larga scala fatta da materiali rinnovabili e concepita dall’architetto francese Arthur Mamou-Mani. Progettata e realizzata digitalmente, è il risultato dell’incastro di settecento bio-mattoncini modulari, generati da una stampante 3D mixando legno e bio-plastica.
© Riproduzione riservata