La prima “finestra” di marzo per le domande d’accesso al reddito e alla pensione di cittadinanza si è chiusa con 487.667 richieste accolte. Siamo ben lontani da quell’1,3 milioni di beneficiari stimato dal governo. Sono oltre 806mila le richieste per nucleo familiare arrivate all'Inps d alle Poste, dai Caf e dal sito on-line dedicato. Tra le 680.965 istanze già lavorate dall’Inps(72%) , ne sono state respinte 177.422 (26%), mentre per 15.876 (2%) è necessaria un'ulteriore attività istruttoria. L'Inps inizierà ad inviare da subito un sms o un messaggio di posta elettronica agli utenti la cui istanza sia stata accolta. Poi dovranno recarsi alle Poste per ricevere una Card, che sarà successivamente caricata dell’importo riconosciuto.
L’Inps stima il 75% delle domande accolte
Delle 122.500 domande residue, l’istituto di previdenza assicura che circa 45mila saranno definite entro la settimana, mentre
le 80mila istanze presentate con il modello Rdc/Com per comunicare la variazione di redditi da attività lavorativa rispetto
all'Isee saranno lavorate entro fine aprile.
L’inps considera «ragionevole» la stima complessiva delle istanze accolte intorno al 75%. ma non fornisce la distinzione tra
domande di reddito e di pensione di cittadinanza. Peraltro, tra le domande presentate, una parte può arrivare dagli attuali
460mila percettori del Reddito di inclusione varato dal precedente governo.
Politiche attive del lavoro in ritardo
Definita la parte “assistenziale” relativa all’erogazione del sussidio, atteso tra fine aprile e inizio maggio, resta ancora
in alto mare il versante delle politiche attive del lavoro. Anpal servizi deve ancora pubblicare il bando per selezionare
i 3mila navigator; per farlo attende il via libera all’intesa in Conferenza Stato Regioni atteso per il 17 aprile.
Ma tra l’organizzazione della selezione (attesi tra 60mila e 100mila candidati) e l’ingresso dei primi navigator passerà del tempo. Ed è assai probabile che i percettori del reddito di cittadinanza che a fine maggio si recheranno nei centri per l’impiego per stipulare il Patto per il lavoro, si troveranno di fronte solo gli attuali 8mila operatori, che già devono farsi carico dei servizi per i disoccupati non inseriti nel programma del Rdc, e sono in sotto organico e non formati per i nuovi adempimenti. In questo quadro, ottenere servizi personalizzati di accompagnamento all’occupazione e offerte congrue di lavoro pare un miraggio.
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