Flop o successo? La battaglia dei numeri sul reddito di cittadinanza si è scatenata da quando l’Inps ha cominciato a fotografare la platea dei beneficiari. Dall’ultimo aggiornamento di qualche giorno fa emerge che a quasi due mesi dall’avvio sono arrivate 946.569 domande.
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Numero che però non equivale ai beneficiari effettivi che si ottengono sottraendo il 25% (il tasso di rifiuto delle richieste registrato in media finora). A conti fatti quindi i nuclei beneficiari finora sono 710mila che equivalgono a circa 1,8 milioni di italiani (numero che si ottiene moltiplicando per 2,5: la composizione media di una famiglia). Tanti o pochi?
Questo numero può considerarsi un mezzo flop se si prende in considerazione la platea sbandierata dai Cinque Stelle a cui sarebbe destinato il loro cavallo di battaglia. Da mesi si parla di una platea di 5 milioni di poveri che è stata ribadita anche dallo stesso vice premier Luigi Di Maio, durante la presentazione della prima card per il reddito di cittadinanza insieme al premier Giuseppe Conte lo scorso 4 febbraio. Una stima tra l’altro anche inferiore rispetto a quanto annunciato in passato. Quando i Cinque Stelle cominciarono a ragionare anni fa sulla possibilità di introdurre il reddito di cittadinanza si parlava addirittura di 9 milioni di italiani (per una spesa di 17 miliardi).
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Poco prima della scrittura della legge di bilancio la cifra è scesa a 6,5 milioni di italiani con una dote di 10 miliardi. Dopo il via libera al decretone su reddito di cittadinanza e quota 100 (le risorse si sono ridotte a 5,6 miliardi per il 2019, mentre a regime saranno 7,2 miliardi) la stima dei pentastellati è rimasta fissa ai famosi 5 milioni (anche se il nuovo presidente dell’Inps Pasquale Tridico l’ha abbassata a 4 milioni). Un’asticella che sembra ancora lontana se al momento si è raggiunto la quota di 1,8 milioni di persone beneficiarie: in pratica poco più di un terzo della platea annunciata.
Lo stesso numero - 710mila nuclei familiari - può invece considerarsi un mezzo successo se si prende in considerazione la platea che era prevista nello stesso decretone che da altri numeri rispetto a quelli annunciati. Nella relazione tecnica allegata a quel provvedimento - che ha fatto i conti in base ai paletti inseriti per accedere al sussidio e soprattutto in base alle risorse disponibili - si sono stimati poco meno di 1,3 milioni di nuclei familiari beneficiari. Un numero che dovrebbe limitare la platea (utilizzando sempre il moltiplicatore di 2,5 per nucleo) a meno di 3,5 milioni di persone. Una cifra, questa, che l'Istat giudica anche troppo alta: in una audizione dei mesi scorsi l’Istituto di statistica ha calcolato che l'assegno andrà a una platea complessiva di 1,308 milioni di famiglie per 2 milioni e 706 mila persone. Ecco, in base a queste cifre o a quelle previste dalla relazione tecnica del decreto si può dire che il reddito di cittadinanza ha raggiunto finora la metà dei potenziali beneficiari. Insomma il bicchiere sarebbe almeno mezzo pieno (o ancora mezzo vuoto per i più critici).
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