Il manifesto del Partito Comunista, scritto da Karl Marx e Friedrich Engels nel 1848, oltre al formidabile copyright “Proletari
di tutti Paesi, unitevi”, quel colpo di cannone che fece tremare le vene, e non solo quelle, alla borghesia d’allora - ma
non a quella italiana che la conobbe soltanto a puntate e tradotta nel 1889- ne espresse un altro: “Uno spettro si aggira
per l’Europa, é lo spettro del comunismo”, contro cui si allearono i potenti, dal Papa allo Zar di Russia, a Metternich fino
ai poliziotti tedeschi. Dopo 170 anni lo spettro è un altro, è l’Intelligenza artificiale (Ai) che oggi terrorizza i sindacati
di tutti i Paesi che si sentono “espropriati” dai posti di lavoro, così come ai tempi del Manifesto la ricca borghesia si
sentiva espropriata dalle proprietà fondiarie. Disorientati anche imprenditori o grandi pensatori, uno per tutti, Stephen
Hawking «cosa faranno le nostre menti amplificate dall’Intelligenza Artificiale non possiamo prevederlo. Magari porranno fine
ai danni alla natura, risolveranno malattie e povertà...Ma la distruzione di posti di lavoro distrurrà anche la nostra società?»
John Mc Cartey, nikename “Zio”, la considerava un modo per «diventare coscienti di sé». Vincitore del premio Turing del 1971
fu il primo a chiamare Ai quella rivoluzione copernicana che avrebbe stravolto il futuro dell’umanità. Roberto Cingolani,
direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha sostenuto di recente che «la macchina non é in grado di imitare
la stupidità umana» riferendosi agli aeroporti bloccati dall’apparizione di un drone a Gatwick, al Charles de Gaulle o alla
Malpensa. «La macchina si sviluppa a velocità strabiliante, ma l’algoritmo che la muove agisce sul calcolo delle probabilità
che é ben altra cosa rispetto all’intelligenza umana che agisce in tutt’altra tonalità». L’Ai si avvicinerà molto, ma mai
potrà sostituirsi al dottore in carne ed ossa, al pilota dell’aereo o alla ragazza della porta accanto. A tutto quello
che solo cuore e sentimento sanno creare, detto in altro modo, alla nostra anima. Parbleu...che razza di demone mi tocca diventare
per non esser fatto fuori anch’io!
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