Dopo aver conquistato un posizionamento di assoluto rispetto tra le manifatture svizzere in termini di affidabilità dei prodotti, per Parmigiani Fleurier è tempo di affrontare con strumenti e mentalità nuovi la difficile prova dei mercati, oggi più che mai complessi e diversificati. È quanto emerge da un incontro con Luca Castellani, chiamato dal ceo Davide Traxler nell’estate del 2018 a gestire le sorti del brand in qualità di chief commercial officer. «Sono stati 8 mesi di lavoro intenso, partito dall’Italia per svilupparsi su circa 3/4 del mercato globale - dice Castellani -. Abbiamo incontrato gli attori principali dell’orologeria mondiale per confrontarci e per far dialogare, per la prima volta, mondo della produzione e mercati. I primi risultati di questo lavoro sono contenuti nella collezione 2019 vista al Salone di Ginevra, dove abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sull’aggiornamento della cassa più classica del marchio, la Toric, cercando al tempo stesso un filo conduttore nel colore del quadrante, nell’ottica di individuare e trasmettere un segno identitario all’interno della collezione».
Dal punto di vista dei contenuti appare decisamente rilevante l’introduzione del Toric calendario perpetuo retrogrado, le cui funzioni sono garantite dal calibro di manifattura Pf317, movimento automatico con bilanciere che lavora a 28.800 alternanze/ora, 2 bariletti che assicurano una riserva di carica di 50 ore e le fasi lunari di precisione, da regolare una sola volta ogni 122 anni. Realizzata in oro rosso, la cassa di 42,5 millimetri mantiene il suo design classico, con l’iconica lunetta zigrinata a mano, ma rivisitato in chiave moderna; il quadrante è proposto in una versione grigio ardesia con decorazione guilloché – elemento di continuità con il Toric Chronomètre e con l’Hémisphères Rétrograde, ulteriori novità della collezione 2019 – oppure in una versione più classica, di colore bianco con finitura grené.
«La risposta dei mercati – continua Castellani – sta premiando questo nuovo corso. A Ginevra abbiamo incrementato gli ordini del 35% rispetto al 2018, mentre è addirittura raddoppiato il numero dei clienti che abbiamo incontrato in questi primi mesi dell’anno. Certamente partivamo da numeri modesti, in linea con una produzione che si attesta intorno ai 2.500 pezzi l’anno, ma riteniamo di aver intrapreso una strada costruttiva che tiene in grande considerazione le differenze tra i diversi mercati, con il vecchio continente un po’ in sofferenza e soprattutto fermo su pochi marchi che definirei da “redditività”; i mercati orientali sicuramente più ricettivi nei confronti delle novità e i segnali di crescita provenienti da Russia, Stati Uniti e Asia».
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