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Dossier Omne trinum est perfectum

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    Dossier | N. 61 articoli Una più del diavolo: l'archivio di Mephisto Waltz

    Omne trinum est perfectum

    Il detto medioevale suona quasi cabalistico, se si pensa alla perfezione pitagorica del numero tre. Vero tripudio, per un demonietto coi controbaffi. Molto citato nei secoli. Ad esempio, ai tempi dell’Incontro di Teano, il 26 ottobre 1860,  tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, che mise il cuore in pace a Papa Pio IX che se la vedeva molto brutta malgrado la protezione di Napoleone III. Fu la fine della Spedizione dei Mille. “Donato il regno al sopraggiunto re, ora sen torna al sasso di Caprera, il Dittatore. Fece quel che poté. E seco porta un sacco di semente” (Gabriele D'Annunzio in “Elettra”). Nei “Santini” oleografici di allora la sentenza latina stava scritta sotto le immagini dei tre omaggiati, colpendo assai l’immaginario popolare. Proprio cent’anni dopo se ne appropriò il Prof. Riccardo Argenziano, grande consulente di Luigi Bruno, assieme a Giorgio Valerio il potere assoluto dell’industria elettrica pre-nazionalizzazione. Che goliardicamente la tradusse: “ Su ogni treno c’è un Prefetto”. In sapore di italietta fascista.

    Usiamola anche noi oggi a proposito di tre straordinari musicisti, perfetti, in concerto. Uno, il sublime András Schiff, all’Olimpico di Vicenza (Palladio 1580, primo teatro coperto perfettamente conservato) con l’integrale dei 5 Concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven. Due, al Parco della Musica di Roma, Daniele Gatti con Yefim Bronfman e l’Orchestra di Santa Cecilia, in un Secondo di Brahms che passerà alla storia. E infine Zubin Mehta, rinato dopo la malattia, affrontare  l’Himalaia, ossia una eccelsa Sinfonia n. 8 di Bruckner. Il giorno dopo il K 488 di Mozart con Maurizio Pollini, sempre alla Scala, finalmente senza  vuoti in sala. Miracolo divino, devo ammettere. Con una gag nel camerino del Maestro, quando l’«Umile Bacchetti di Genova », come si autodefinisce, avvicinandolo gli dice con enfasi: “Maestro, Maestro... che meraviglia quell’acciaccatura del Sol sul Fa, alla ripresa del tema nel secondo movimento!”. Risposta:” Io molto meno contento, perché è stata semplicemente una nota sbagliata!”. Nobody is perfect.

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