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Dossier Anche in azienda comincia a entrare la flotta condivisa

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    Dossier | N. 59 articoli Auto aziendali, l'offerta, le formule e gli scenari di mercato

    Anche in azienda comincia a entrare la flotta condivisa

    (Adobe Stock)
    (Adobe Stock)

    Sono più di un milione le vetture in noleggio e in condivisione circolanti in Italia. Lo calcola nel suo ultimo Rapporto Aniasa, l’associazione di Confindustria che rappresenta il settore dei servizi di mobilità, secondo cui il 2018 è stato l’anno del car sharing in Italia con circa 1,8 milioni di iscritti e una flotta di 6.600 unità. Dal possesso alla condivisione: una tendenza che sta cambiando profondamente anche la mobilità aziendale. Le vetture in flotta, tra noleggio o acquisto da ammortizzare, manutenzione e assicurazione, rappresentano infatti un costo che può essere ottimizzato. Il corporate car sharing permette di limitare il fermo dei veicoli e sfruttarli il più possibile, mettendoli a disposizione dei dipendenti per trasferte di lavoro o per il tempo libero. Anche la gestione quotidiana delle auto si semplifica: le chiavi vengono sostituite dalle app sugli smartphone e dalle card che consentono di aprire i veicoli e avviare il motore.

    Le soluzione di corporate car sharing sono di solito fornite dagli stessi partner di noleggio a lungo termine che - a monte del noleggio - mettono a disposizione delle aziende-clienti applicazioni ad hoc per la gestione degli accessi e il conteggio dei costi relativi all’utilizzo. Tutte le principali società di Nlt, da Alphabet e Arval fino a Ald, hanno già sul mercato un’offerta su misura per la mobilità condivisa. Ma per le flotte di proprietà esistono anche soluzione telematiche, come quella dell’americana LoJack, capaci di trasformare un “classico” parco auto in una flotta smart e condivisa. L’ultima arrivata sul mercato è quella della francese Axodel che ha portato in Italia un servizio di corporate car sharing gestito tramite l’app dedicata Mov’ InBlue che permette, grazie a un sistema di interfaccia bluetooth aggiuntiva, di comunicare tra smartphone e vettura e consente l’apertura delle porte anche fuori dal segnale Gps. Le stesse società di sharing mobility urbana stanno iniziando a guardare le aziende con interesse. Come DriveNow, il servizio di Bmw e Mini, che ha da poco lanciato la possibilità per le imprese di creare degli account corporate per utilizzare le vetture in condivisione per gli spostamenti urbani.

    Oltre all’abbattimento dei costi della flotta, l’utilizzo del corporate car sharing permette soprattutto un effettivo risparmio sui costi di spostamento rispetto alle soluzioni alternative. Secondo un’analisi condotta da LoJack su flotte di medie dimensioni, infatti, l’inserimento nel parco di 20 vetture in sharing comporta una consistente riduzione delle spese da parte dei dipendenti legate all’utilizzo di auto in noleggio a breve termine (-34%) e di quelle legate all’uso dei taxi (-29%).

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