Nell’ottovolante dei listini il passaggio di Equita da Aim Italia a Star, dove debutterà il 23 ottobre, è stato salutato positivamente. La resistenza delle piccoline di Aim Italia, il listino di Borsa Italiana destinato alle Pmi eccellenti e che hanno voglia di crescere si vede anche nel confronto (113 società quotate con una capitalizzazione di quasi 8 miliardi di euro) con i listini principali. In termini di multipli molti titoli hanno beneficiato del fatto di essere a sconto rispetto alle big caps, anche se buona parte dello sconto è giustificato da size, liquidità, livello di conoscenza da parte del mercato e maturità di queste aziende. Come dimostra il caso Bi- on, tra i migliori titoli di tutta la Borsa da inizio anno.
Le caratteristiche distintive di Aim Italia
«In un confronto trimestrale Aim Italia è sceso del 6%, rispetto ad un - 11% del Midex e ad un - 14% del Mib- e questo
accade perché è un mercato prevalentamente fatto da investitori istituzionali, decisamente più decorrelato dal ciclo - sottolinea
Anna Lambiase, Ceo di IRTop Consulting, società specializzata nell’advisory e parter di Borsa Italiana anche nell’evento londinese.
- Chi investe su queste società non compra e vende ma tende a restare nel segmento fino alla realizzazione del piano industriale
annunciato in fase di Ipo.
Per questa ragione Aim non è un mercato per un pubblico reatil: servono consapevolezza, informazioni ma sopratutto conoscenza delle dinamiche industriali anche perché ci si espone ad un rischio più elevato, tipico delle small cap». Alcune storie proprio come quella del passaggio di Equita su Star delineano un’ altra caratteristica distintiva del mercato Aim, vale a dire quella di essere una palestra per chi vuole avvicinarsi per gradi al mercato dei capitali. «Essendo un mercato per la crescita, è nel Dna di Aim quella di favorire quando ricorrono i requisiti ( una capitalizzazione di almeno 40 milioni e un flottante del 25% o 35% a seconda del caso ) per passare sui mercati Mta o Star - aggiunge Anna Lambiase - ed è quanto alcune società hanno fatto con evidenti effetti sul titolo. Un esempio per tutti è Piteco, passato qualche settimana fa su Mta. E poi vorrei sottolineare un’altra caratteristica dell’Aim, vale a dire l’elemento dell’aggregazione, prodromico alla crescita delle società. Un esempio è Costamp Group ( tra le società che si presentano proprio a Londra) che non è altro che il risultato di un reverse take over, quindi di un ’aggragazione nata proprio su listino Aim volta alla crescita».
Chi sono gli investitori
Oltre a tanti family office, compagnie di assicurazione e fondi pensioni guardano ai titoli di Aim Italia soprattutto i fondi
Pir compliance rappresentando il 36% dell'universo investibile del mondo Pir. Anzi, da quando sono nati i Pir (gennaio
2017) i fondi hanno decisamente aumentato la loro esposizione al segmento. Secondo l'Osservatorio IRTop, oggi i fondi Pir
detengono una quota pari al 25% del segmento di Borsa dedicato alle Pmi ad alta crescita, in aumento rispetto al dato rilevato
all'inizio del 2018 (23%). Una crescita, questa, frutto anche delle 22 Ipo che hanno caratterizzato l'anno in corso. Ma anche
un'attenzione crescente degli investitori verso l'economia reale. «Investo in questo segmento dal 2013 e il cambiamento è
stato significativo - spiega Marco Boldrin, Ceo di Copernicus Asset Management -. Ma ancora non abbastanza per attrarre investitori
in cui la gestione del rischio praticamente impedisce l'accesso a tali investimenti. Perché un elemento critico è la liquidità».
Secondo molti quello della liquidità è un elemento rilevante soprattutto in momenti come questo in cui la situazione economica
e/o politica nazionale e internazionale portano a valutare l’opportunità o meno di mantenere i capitali investiti nei mercati
finanziari. «Per un investitore istituzionale è molto importante sapere che, se vuole dismettere un investimento, lo può
fare - sottolinea - un gestore e dunque il futuro di AIM non dipenderà solo dalla qualità e dalle prospettive di crescita
delle società, ma anche dalla liquidità del titolo in borsa».
Le prospettive future
Guardando al futuro le prospettive sembrano ancora discrete . «Confermo la nostra previsione di qualche settimana fa - aggiunge
Lambiase - ai livelli attuali dei tassi di interesse e a queste condizioni macroeconomiche ci sono ancora buone ragioni
per investire sull'equity, anche se i fondi Pir compliant stanno vivendo una fase “attendista” rispetto al contesto politico
nazionale. Negli ultimi 18 mesi c’è stato un sensibile miglioramento dei parametri di qualità del mercato rappresentati da
una migliore liquidità, un numero di investitori in crescita associato a una più elevata coverage media e da un forte interesse
di accesso al mercato dei capitali da parte delle aziende, specie Pmi. Per questa ragione molti processi di quotazioni stanno
andando avanti».
Secondo le previsioni di Equita per il 2018 la raccolta attesa complessiva suio fondi Pir dovrebbe raggiungere i 7 miliardi.
Dopo la forte crescita del 2017 (quasi 11 miliardi) un rallentamento della raccolta netta era fisiologico anche perché ha
coinciso con la fase più difficile attraversata dai mercati finanziari proprio dalla loro introduzione. I Pir restano degli
strumenti eccellenti nel canalizzare parte del risparmio italiano verso l'investimento in imprese domestiche e nel creare
un “feeling” positivo nei confronti della quotazione tra gli imprenditori italiani, anche medio-piccole. E poi hanno portato
maggiore attenzione degli investitori e liquidità sulle piccole e medie aziende». Ad aprire nuove opportunità per i titoli
dell’Aim Italia ci sono gli Eltif in rampa di lancio: sono Eltif (European Long Term Investments Funds ), fondi destinati
a supportare le Pmi non quotate o quelle quotate con una capitalizzazione sotto i 500 mila euro. Se usati correttamente,
possano valorizzare maggiormente quelle aziende che, con coraggio, si affacciano alle prime esperienze di quotazione come
su Aim. Si consideri che oggi Mta e AIM contano oltre 200 titoli tra small e mid cap rispondenti ai requisiti della normativa
Eltif, con una capitalizzazione media superiore ai 100 milioni e quindi un universo investibile superiore ai 20 miliardi.
Insomma, questi strumenti avrebbero l'indubbio vantaggio di supportare quelle imprese domestiche nella loro crescita, anche
grazie alla visibilità della Borsa.
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