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Pir: la raccolta tiene, le performance no

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osservatorio mensile

Pir: la raccolta tiene, le performance no

La raccolta tiene, le performance no. L’andamento dei rendimenti dei Pir dall’inizio dell’anno al 12 ottobre scorso, mostra una lunga serie di segni meno vicino ai fondi. Su 50 prodotti analizzati, quello che si è comportato meglio ha perso il 2,91% (il flessibile AcomeA Patrimonio Esente P2), il fondo meno brillante ha invece lasciato sul terreno il 13,34% (Consultinvest Risparmio Italia, un altro flessibile). Nessuno, quindi, ha portato a casa una performance positiva. In effetti nel periodo di tempo considerato, riuscire a spuntare qualche punto di rendimento per chi investe in Piazza Affari sarebbe stato ben difficile: tutti gli indici della Borsa italiana si sono infatti indirizzati decisamente verso il basso; il Ftse All Share si è indebolito del 12,2%, ma è andata peggio al segmento delle Small Cap che ha perso il 18,8% e all’indice delle Mid Cap, in calo del 13,34 per cento. Più contenute le limature per lo Star Italia (-8,2%) e per l’Aim (-4,2%), ma l’impostazione non cambia.

Come più volte ribadito sulle colonne di questo giornale, l’investimento in un

piano individuale di risparmio per sua natura ha un orizzonte di medio/lungo termine (almeno cinque anni), per cui le battute d’arresto del mercato, per quanto spesso brusche e repentine, non dovrebbero scuotere più di tanto gli animi dei sottoscrittori, a patto che la scelta del Pir sia stata fatta in maniera consapevole e non solo in base alla leva fiscale. Ma su questo punto è fiducioso Simone Bini Smaghi, vice direttore generale di Arca Fondi Sgr che ha così commentato i dati mensili. «I Pir sono prodotti ad accumulo pluriennale, studiati per un tipo di investimento a lungo termine - ha detto -. Non si tratta di un prodotto speculativo, per cui è corretto continuare a investire anche in una fase di mercato discendente. Continuiamo a riscontrare un buon gradimento da parte della nostra clientela e siamo soddisfatti perché vuol dire che è stato ben

compreso il modo migliore per sfruttare questo tipo di strumento».

Ma se le performance arretrano, la raccolta, se pur a passo più lento, avanza. A settembre nelle casse dei gestori di Pir considerati nel campione dell’Osservatorio di Plus24 sono entrati 95,6 milioni e anche il mese scorso la parte più consistente dei flussi è andata sui prodotti bilanciati che a livello di patrimonio rappresentano la tipologia più rilevante del segmento.

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