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Conti correnti, la vera sfida è sui servizi

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L'Analisi|banche

Conti correnti, la vera sfida è sui servizi

(Agf)
(Agf)

Conti correnti sempre più cari. Bankitalia rileva per il secondo anno consecutivo un ritocco al rialzo degli oneri di gestione dei c/c tradizionali ma anche dei conti online, che spesso, tra l’altro, vengono proposti come conti a zero spese. Si tratta di rincari che stonano rispetto a un servizio che avrebbe dovuto registrare, al contrario, una riduzione dei costi per effetto della forte concorrenza e apertura del mercato dei servizi bancari, grazie a fintech, open banking e alla direttiva Psd2 che prevede anche l’apertura del mercato dei sistemi di pagamento.

Uno degli elementi che ha inciso sui rincari è il livello di effettiva operatività sul c/c rispetto al profilo inizialmente scelto in fase di apertura del conto. In sostanza i clienti chiedono di più. Anche uno studio di Capgemini evidenzia questo trend. Le banche non sono più in concorrenza esclusivamente con altre banche: la tecnologia ha cambiato il modo in cui i clienti interagiscono con i servizi bancari, vengono richiesti una serie di servizi in più e personalizzati. Oggi solo un correntista su due si dichiara soddisfatto dell’offerta dei canali bancari: il 53,6% per le filiali, il 48,1% per il mobile e il 52% per l’internet banking.

In questo contesto la concorrenza al settore bancario tradizionale è forte e gode di terreno fertile. Oggi un italiano su tre si dichiara già pronto a valutare eventuali offerte che potrebbero arrivare dalle BigTech, come Amazon, Google o Facebook. Per il momento non c’è ancora una concorrenza aggressiva, piuttosto un rapporto collaborativo con le banche. Quest’anno in Italia nei servizi di pagamento sono entrati, accanto a ApplePay, anche SamsungPay e Google Pay.

Oggi sono servizi collegati all’utilizzo della carta di credito ma il passo per diventare altro è veramente corto. Come sottolinea Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, gli italiani restano, per ora, ancora innamorati del contante (siamo al 24° posto sui 28 Paesi dell’Europa per l’utilizzo di carte di pagamento). Ma questo gap si sta colmando rapidamente. La crescita dei pagamenti “digitali” è del 10% all'anno e gli italiani che fanno pagamenti “mobile”, quelli con il telefonino, sono raddoppiati in 12 mesi a quasi 1 milione di persone. In realtà ciò che chiedono i clienti sono soprattutto servizi sempre più innovativi. Un italiano su 5 oggi è orientato a chiedere alla propria banca anche servizi non bancari. Salute e benessere, telecomunicazioni, shopping, prenotazioni di voli, hotel o taxi rientrano già, in diversi casi, tra i servizi accessori offerti.

Per Alberto Dalmasso, co-fondatore e ceo di Satispay, non siamo di fronte alla fine del conto corrente, anzi, tutto sarà sempre più “conto-centrico”, con maggiore libertà per il consumatore di scegliere quali servizi legare al proprio conto. Il conto corrente resta, ma i servizi collegati dovranno necessariamente crescere. Paolo Zaccardi, ceo di Fabrick sostiene che il concetto di conto evolve verso il punto di aggregazione di servizi che non saranno più necessariamente solo della banca, per questo è decisiva la collaborazione. Conti correnti e conti di pagamento, saranno sempre più aperti digitalmente con processi di “on-boarding” completamente digitali, per cui basta uno smartphone. In banca, invece, si andrà soprattutto per avere consulenza. A breve anche i conti correnti non saranno più solamente offerti dalle banche. La sfida sarà sempre più legata, anche in Italia, alla personalizzazione del servizio. Vincerà chi saprà dare un’offerta efficiente, innovativa a costi più bassi. Il mondo delle BigTech si sta muovendo in modo rapido. Pay Pal è già una banca a tutti gli effetti. Facebook ha ricevuto il via libera dall’Irlanda per operare nei pagamenti e money transfer. Amazon sta studiano con JPMorganChase & Co. e Capital One, un conto corrente bancario destinato ai propri clienti…e gli altri non stanno a guardare.

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