Il mese di ottobre non è stato dei migliori per l’industria del risparmio gestito in Italia. Il bilancio del mese evidenzia, infatti, in termini di raccolta complessiva del sistema una flessione di quasi un miliardo (940 milioni di euro per l’esatezza rispetto ai 437 di settembre) , complice l’andamento negativo delle gestioni collettive che in seguito alla perdita di 4,4 miliardi sul segmento dei fondi aperti e di 351 milioni su quello dei fondi chiusi hanno totalizzato un deficit di 4,7 miliardi. Controtendenza, invece, le gestioni di portafoglio che, grazie ai mandati istituzionali (4,9 miliardi) hanno più che compensato l’andamento negativo della parte retail (-1,1 miliardi), chiudendo il bilancio del mese con i conti in attivo per 3,8 miliardi.
Nonostante la battuta d’arresto di ottobre, dall’inizio dell’anno la raccolta netta dell’industria viaggia ancora in territorio più che positivo raggiungendo quasi i 13 miliardi di flussi netti, suddivisi più o meno equamente tra gestioni collettive e di portafoglio. A giocare contro i fondi comuni d’investimento a ottobre è certamente intervenuto l’andamente negativo di molte borse, in particolare quella milanese, estremamente volatile.
Piazza Affari nel solo mese di ottobre (Ftse Italia All Share) ha lasciato sul terreno l’8,47% e non molto meglio sono andati i fondi. Tra i prodotti azionari la maglia nera è andata proprio a fondi azionari Italia che hanno messo a segno una perdita dell’8,21% ma tutte le categorie (area euro, azionari Europa, azionari America, azionari Pacifico, Internazionali ed emergenti) sono state molto deludenti . Segno negativo anche davanti alla performance mensile dei bilanciati (-2,9%) e non consola neppure quella degli obbligazionari che hanno chiuso il mese a -0,9%. Sempre in termini di performance mensili, gli unici in territorio positivo sono stati i fondi obbligazionari internazionali governativi con un + 1,19%. Su base annua i numeri sono peggiori. Gli azionari a livello di categoria hanno registrato un calo medio del 5,4%, con picchi del -12,6% per i fondi specializzati sul mercato italiano. L’effetto valutario ha invece spinto al rialzo la performance degli azionari America, in crescita del 6,2 per cento. Pollice verso anche per i bilanciati (-4,6%), per i flessibili (-4,9%) e per gli obbligazionari (-3,8%). Più contenuta la limatura dei monetari (-0,9%).
Alla fine di ottobre il patrimonio in gestione si è attestato a quota 2.021 miliardi di euro, scendendo rispetto ai 2.065 di fine settembre a causa dell’effetto combinato di deflussi e volatilità dei mercati. Il 51% degli asset è impiegato nelle gestioni collettive (1.026 miliardi), mentre il restante 49% è investito in quelle di portafoglio (995 milioni).
Nell’ambito dei fondi aperti, infine, hanno archiviato il mese con una raccolta positiva i prodotti monetari (+1,6 miliardi) e i bilanciati (+190 milioni), mentre è proseguita l’uscita dagli obbligazionari (-3,2 miliardi) e si è appesantito rispetto a settembre il bilancio dei flessibili: da -660 milioni a -2,1 miliardi. Da inizio anno comunque restano la tipologia che ha incassato di più (11,5 miliardi), mentre per gli obbligazionari il bilancio è molto pesante: da gennaio a fine ottobre ci sono stati deflussi per 22,7 miliardi.
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