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Sostenibile, responsabile e inclusiva: la nuova sfida dell’industria del risparmio

L’industria del risparmio gestito deve diventare sostenibile sia rispettando i criteri Esg (ambiente, sociale, governance), sia tenendo sotto controllo i costi. È la sintesi dell’intervento di Tommaso Corcos, presidente di Assogestioni, nel corso dell’evento inaugurale della decima edizione del Salone del Risparmio (2-4 aprile, Mico-Fiera Milano) tutto centrato sul tema della sostenibilità. «La sostenibilità avrà lo stesso impatto della disruptive technology – ha spiegato Corcos –. Una maggiore attenzione a questi temi è fondamentale soprattutto per le future generazioni. Non è più il tempo della massimizzazione del profitto nel breve termine». 

Concetto quest’ultimo ripreso anche dal videomessaggio del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. «La strada – ha aggiunto Corcos – è già stata tracciata dai principi per gli investimenti responsabili (i Pri dell’Onu, ndr) e dai criteri Esg. Il mondo degli investimenti responsabili è ormai diventata una practice largamente diffusa e l’Europa è avanti a tutti con 14mila miliardi di masse gestite».

Crescita, costi e M&A

Un settore che cresce quello del risparmio gestito in termini di masse. In Italia ha superato i 2mila miliardi di euro di patrimonio. Nei prossimi due anni l’industria dell’asset management potrebbe segnare «una crescita delle masse dell’1-2% – ha aggiunto –. Il 2018 si è chiuso in frenata rispetto al 2017, ma possiamo vedere il bicchiere mezzo pieno, considerando l’andamento dei mercati finanziari», ha spiegato Corcos, che per il 2019 si sente «confidente».

Allo stesso tempo però ci sono delle sfide da affrontare come «la continua pressione sulle commissioni di gestione» e «i costi ancora in salita, sia per far fronte agli investimenti in tecnologia, sia alla regolamentazione». Di conseguenza, ha spiegato, alcune aziende puntano a tagliare dipendenti: «Si è cominciato a ridurre il personale nel back office e nel middle office ma ora si inizia a tagliare anche nel commerciale».

E ha aggiunto «l’alternativa alla cura dimagrante è la ricerca di efficienza che in assenza di una robusta crescita della raccolta si fa con operazioni di m&a». Le attività di aggregazione nel 2018 sono state 175 nel mondo, il doppio rispetto all’anno precedente. «Anche in questi giorni – ha evidenziato – ci sono sul tavolo discussioni su acquisizioni o merger tra importanti asset manager internazionali».

Pir e normativa

Immancabile un passaggio sui Pir che dalla loro introduzione, due anni fa «hanno dato ottima prova di sé, riavvicinando gli investitori al segmento delle piccole e medie imprese per tanti anni non considerato. Di fatto, si è creato un canale di finanziamento parallelo a quello bancario», ha sottolineato Corcos. Che ha aggiunto: «La nuova normativa (legge di bilancio 2019, ndr) ha introdotto ulteriori vincoli per i Pir di seconda generazione. Pur capendo la finalità del provvedimento, è poco attuabile».

Opportunità smart city

All’evento inaugurale, hanno partecipato anche Adam Jonas e Carlo Ratti. Il primo è managing director e leader del team di ricerca di Morgan Stanley su auto e mobilità sostenibile. Ratti, architetto e ingegnere, è docente del Mit di Boston e si occupa appunto di smart city. Entrambi hanno messo in luce come la mobilità sostenibile (e le aziende che se ne occupano) saranno il vero driver di investimento nei prossimi anni.

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