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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2013 alle ore 13:37.

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«Il ricordo delle tragedie del passato divenga per tutti l'impegno ad aderire con tutta la nostra forza al futuro che Dio vuole per costruire per noi e con noi », ha scritto Papa Francesco nel messaggio al rabbino capo Riccardo Di Segni in occasione dei 70 anni della deportazione degli ebrei romani. Messaggio che si conclude con uno "Shalom". Fare «memoria di un evento - ha scritto il Pontefice - non significa semplicemente averne un ricordo, significa anche e soprattutto sforzarci di comprendere qual è il messaggio che esso rappresenta per il nostro oggi. Così che la memoria del passato possa insegnare al presente e divenire luce che illumina la strada del futuro».

Teniamo vivo il ricordo dei deportati
«È nostro dovere - ha scritto il Pontefice nel messaggio - tenere presente davanti ai nostri occhi il destino di quei deportati, percepire la loro paura, il loro dolore, la loro disperazione, per non dimenticarli, per mantenerli vivi, nel nostro ricordo e nella nostra preghiera, assieme alle loro famiglie, ai loro parenti e amici, che ne hanno pianto la perdita e sono rimasti sgomenti di fronte alla barbarie a cui può giungere l'essere umano». Il testo, letto in Sinagoga, è stato diffuso dal Vaticano.

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