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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2013 alle ore 16:35.
L'ultima modifica è del 25 ottobre 2013 alle ore 17:04.

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Guglielmo Achille Cavellini, in arte "Gac", lavorò a lungo per progettare il modo, il tempo e il luogo più adatti a "celebrare" il centenario della sua nascita, avvenuta nel 1914, a Brescia. Ad esempio con una serie di opere ironicamente autocelebrative, i "Poster-francobollo delle Poste italiane", che "Gac" (così amava definirsi questo geniale artista concettuale), creò negli anni '70 e poi spedì ai maggiori musei del mondo. Si va dal "Progetto per Manifesto Centenario" del Guggenheim Museum di New York, a quello realizzato ad hoc per il Moma, accanto ai progetti per il Whitney e per il Museum of Art di Philadelphia (tutti lavori del 1971), che con ludica ossessione, nel titolo, ripropongono il concetto del Centenario ("Cavellini 1914-2014"). Ma l'indicazione dell'anniversario ricorre con lieve e ludica ossessione in molte altre opere dell'artista italiano. Una vera e propria "autostoricizzazione", intesa essa stessa come operazione artistica: così, nella poetica di Cavellini, l'artista e la sua esistenza diventano arte e opera d'arte, in un territorio dell'artisticità che così si espande fino ad abbracciare la vita stessa.

Si tratta di una sfida proiettata nel futuro, nella sua ansia d'eternità e "storicizzazione": un'autoprofezia d'artista, che attende solo di avverarsi, al confine tra realtà e immaginazione poetica... Ed ecco, mentre il tempo della vita scorre, ecco avvicinarsi a grandi passi quel fatidico 2014, l'anno "X" tanto evocato da Gac nei suo lavori d'artista. E dunque, come celebrare quel "Centenario" della nascita così atteso? Come raccogliere il testimone di questa sfida poetica?

Il primo passo, in questa direzione, è stato compiuto nella Grande Mela, con una mostra realizzata con il sostegno dell'Archivio Cavellini di Brescia, che possiede oltre 3mila opere dell'artista. Insieme a questo evento, anche una serie di performance nel segno della poetica di Gac. «È iniziato così il battage celebrativo in vista del Centenario - annuncia Piero Cavellini, figlio dell'artista e presidente dell'Archivio di Brescia -: la mostra che è in corso nello spazio di Florence Lynch e Bee Tham, presenta i primissimi lavori che testimoniano l'affermarsi dell'idea di autostoricizzazione». In esposizione, due filoni distinti di opere, a partire da quelle iniziali del 1966, quando Gac cominciò a dedicarsi interamente ai lavori auto-celebrativi, fino ai tardi anni Settanta, quando Cavellini divenne famoso per la ricerca artistica autobiografica associata, appunto, alla "autostoricizzazione". From the Page of the Encyclopedia è una serie di lavori originati da un codice linguistico ideato da Cavellini come diretta conseguenza di questo concetto. Gac, infatti, scrive una pagina dell'Enciclopedia, partendo da una semplice cronaca autobiografica, che poi diviene alfabeto pittorico di segni, invadendo maniacalmente tutti i supporti possibili (colonne, manichini, tele e drappi di dimensioni enormi).

Insieme con questa esposizione, viene prodotto un documentario sulla vita, la ricerca di Cavellini e i suoi rapporti con artisti come Andy Warhol, Ray Johnson, Buster Cleveland, Ed Higgins III. Nelle sue frequenti performance negli States, Gac entra in contatto soprattutto con gli artisti underground grazie alle sue corrispondenze di "Arte postale". Ed è proprio dagli artisti della Mail Art che sta partendo ora una mobilitazione in vista del 2014. Come celebrare l'artista che celebrò se stesso come opera d'arte?

Guglielmo Achille Cavellini (1914-1990)
LYNCH THAM - New York
Fino al 27 ottobre 2013

www.lynchtham.com

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