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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2013 alle ore 19:03.

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Vigilia tesa per il vertice europeo di fine anno a Bruxelles: fin dalle prime ore della mattina una grande manifestazione contro l'austerità indetta da una piattaforma (alleanza D19-20) di oltre 50 sigle sindacali, ong e associazioni di lavoratori e agricoltori ha investito la città.

Blocchi stradali, presidi e trattori, traffico paralizzato in centro e nei cinque incroci che circondano il Consiglio Europeo si sono susseguiti per tutta la mattina. Circa millecinquecento partecipanti, (2000 secondo gli organizzatori), hanno manifestato con l'intento di creare disagio in occasione del summit di fine anno dei capi di Stato e di governo dell'Ue.

I contestatori denunciano il trattato su stabilità, coordinamento e governance che, secondo loro, sarebbe stato negoziato in segreto e senza alcun accordo con le forze sociali. Si ritiene poi che ci possano essere conseguenze negative per la qualità di vita dei lavoratori e che i tagli di budget previsti pesino soprattutto sul settore dell'istruzione. «Questo blocco non è nulla a confronto del blocco che la Commissione impone agli stati membri», ha commentato Nic Görtz , responsabile della comunicazione del sindacato CSC Bruxelles-Hal-Vilvorde.

«Abbiamo organizzato questa manifestazione perché non siamo ascoltati e ora l'Europa non vuole parlare con noi» secondo quanto dice Stijn Van de Rijck del sindacato Cristiano ACV/CSC. I manifestanti, infatti, speravano in un incontro con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e con il Commissario europeo per il Commercio Karel De Gucht, ma non l'hanno ottenuto e non hanno ricevuto nemmeno risposta alla lettera aperta che avevano inviato.

Sono state arrestate una ventina di persone tra cui quattordici attivisti del movimento "Agire per la Pace", che militano per la risoluzione dei conflitti nazionali e internazionali senza l'uso della violenza che si sono ricoperti di vernice rossa contro la costituzione dell'Agenzia europea per la difesa (EDA), che a detta loro sarebbe stata creata grazie alla attività di lobbying da parte delle industrie produttrici di armi per promuovere gli obiettivi del settore.

Altri militanti invece hanno manifestato di fronte all'edificio della Direzione generale per le Imprese dell'Unione Europea e si sono arrampicati sull'edificio srotolando uno striscione con scritto "merry crisis and happy new war" per denunciare le sovvenzioni dell'Europa al business delle armi.

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