La morte di Loro Piana rivela un nuovo scenario sulla cessione a Lvmh

La prematura scomparsa di Sergio Loro Piana – da tempo gravemente malato – apre uno scenario inedito e poco conosciuto ai non addetti ai lavori. E suggerisce che, nelle strategie della famiglia di Quarona, lo stato di salute del congiunto possa avere fatto pendere la bilancia dal lato della cessione dell'azienda, avvenuta a sorpresa lo scorso luglio, al colosso del lusso Lvmh.

Sergio Loro Piana era co-amministratore delegato insieme al fratello Pier Luigi: insieme, i due imprenditori avevano già messo a punto un "piano strategico ambizioso" per lo sviluppo del prodotto in tutte le aree del mondo. Un piano che, con la forza finanziaria del gruppo leader al mondo, guidato da Bernard Arnault, verrà "ancor più amplificato", avevano puntualizzato i due fratelli.

Sergio aveva accudito come un neonato la divisione prodotti finiti del marchio "di casa", nato e prosperato per decenni, all'inizio, soltanto sulla manifattura tessile. Con il passare del tempo, anche i ricavi dei prodotti finiti erano cresciuti fortemente, consigliando alla famiglia di iniziare lo sviluppo di una rete di boutique monomarca e di avviare anche la produzione di capi preziosi su misura per i clienti più raffinati del mondo, mentre a monte della filiera – completamente integrata – erano stati create vere e proprie miniere di materia prima con gli allevamenti in Mongolia.

E forse proprio l'integrazione della "catena", dalla materia prima al retail, insieme al posizionamento nel segmento del lusso esclusivo, il più alto della piramide, sono stati gli atout che hanno condotto Lvmh a rilevare il controllo della Loro Piana per 2 miliardi, con un enterprise value di 2,7 miliardi, pari a ben 21,5 volte il margine operativo lordo del 2012. Un'acquisizione che, in Italia, ha destato scalpore per l'ennesimo "pezzo" di made in Italy che passa sotto un altro tricolore, quello francese. Ma che, alla luce della morte di Sergio Loro Piana, assume contorni piuttosto differenti.

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