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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 11:11.
L'ultima modifica è del 16 gennaio 2014 alle ore 15:11.

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L'esame del ddl sulle pene alternative in Senato slitta a martedì. È quanto ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. La notizia è stata annunciata dopo la conferenza dei capigruppo dal presidente di turno dell'aula Maurizio Gasparri. La Lega, che ha attuato l'ostruzionismo per protestare contro l'abolizione del reato di clandestinità contenuto nel provvedimento, aveva chiesto più tempo per discutere.

Il giallo dell'occupazione degli uffici della presidenza
Il via libera al provvedimento assume i contorni del giallo. Sull'occupazione degli uffici del presidente del Senato, Pietro Grasso, che sarebbe avvenuta in mattinata da parte di quattro senatori leghisti - iniziativa contro la ripresa dell'esame del disegno di legge da parte dell'Aula - ci sono infatti due versioni. In una nota la vice presidente vicaria del Senato Valeria Fedeli spiega che «i senatori questori, alla luce delle notizie delle agenzie di stampa, hanno verificato personalmente che non è in corso alcuna occupazione degli uffici del presidente Grasso da parte dei senatori della Lega, i quali stanno intervenendo in Aula sul disegno di legge in discussione». Alle 13 sul profilo twitter e Facebook di Grasso viene postata una foto: la stanza è ordinata e deserta.

La replica del Carroccio al tweet di Grasso
La Lega replica al tweet del presidente del Senato, con le foto che mostrano alcuni senatori del Carroccio occupare, questa mattina, gli uffici del presidente di Palazzo Madama.
Nella foto, il capogruppo Massimo Bitonci, uno dei questori del Senato Antonio de Poli e i due vice presidenti della Lega, Raffaele Volpi e Sergio Divina. Secondo l'ufficio stampa della Lega, all'iniziativa avrebbe partecipato anche Jonny Crosio. Nel mirino degli esponenti del Carroccio, la cancellazione del reato di immigrazione clandestina prevista dal provvedimento. «Avevamo chiesto una Capigruppo - spiega Volpi - e non è stata convocata. Come se niente fosse sono tornati in Aula».

Bitonci (Lega): «Io dormo qui»
I senatori del Carroccio, che di fatto ieri in Aula hanno adottato la linea dell'ostruzionismo, sarebbero saliti al secondo piano di palazzo Madama, dove si trovano gli uffici della presidenza. «Io dormo qua, devono portarmi via le forse dell'ordine», sottolinea il capogruppo leghista Bitonci. Approvato l'estate scorsa in prima lettura dalla Camera, il ddl relativo alla «Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili» vede come prima firmataria la presidente della commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti (Pd). Ad essere contestato in particolare è l'inserimento dell'abrogazione dei reati di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, disciplinati dall'articolo 10bis del TU immigrazione (Dlgs 25 luglio 199 8, n. 28).

Iter rallentato da mancato accordo Pd-Ncd
Quello di questa mattina è solo l'ultimo episodio che ha rallentato l'iter del provvedimento, su cui l'Assemblea dovrebbe votare martedì prossimo. Ieri, l'afonia del relatore Felice Casson (Pd), senza voce per colpa di un raffreddore, ha imposto uno slittamento ad oggi, anche se il vero motivo, secondo voci ricorrenti, e lo stallo dell'accordo tra il Pd e il Nuovo centrodestra proprio sulla norma contro la quale la Lega protesta. I senatori del Ncd hanno fatto sapere, infatti, di non voler votare il provvedimento così com'è uscito dalla commissione Giustizia e cioè con la norma che elimina tout court il reato di clandestinità. Una "cancellazione" che è stata introdotta nel testo con un emendamento del M5S approvato anche dal Pd lo scorso ottobre.

L'ostruzionismo del Carroccio
A rallentare i lavori anche il ricordato ostruzionismo della Lega . Ieri, dopo esser intervenuti in Aula ognuno per 20 minuti bollando il testo come «pericoloso», «vantaggioso per i delinquenti» e «indulto mascherato», i senatori del Carroccio hanno sventolato la Padania per difenderla dagli attacchi diretti alla rubrica dedicata agli appuntamenti del ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge. In questo clima di polemiche e contrapposizione, il presidente del Senato Pietro Grasso, in un post su Fb nel quale ricorda l'anniversario di Martin Luther King, ha invece posto una domanda destinata a far discutere: «Per quanto potremo ancora accettare, anche nel nostro Paese, l'esistenza del razzismo?».

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