Il football americano mette in mostra i gioielli di domani. È tempo diNfl scouting combine, la principale vetrina per gli oltre 330 migliori giocatori universitari in vista del Draft (la scelta da parte delle squadre professionistiche) in calendario ad aprile. Dal 26 febbraio al 4 marzo gli atleti invitati, riuniti al Lucas Oil Stadium di Indianapolis e suddivisi per ruolo in una serie di eventi specifici, vengono misurati, pesati, cronometrati, valutati, studiati, osservati al microscopio dagli scout dei team Nfl e seguiti con attenzione sempre crescente da tifosi, sponsor e media.
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Nella quiete della lunga offseason (la stagione regolare del football dura soltanto quattro mesi circa, senza considerare la pre-season, a cui se ne aggiunge uno di playoff), la Combine ha acquisito negli ultimi anni, almeno mediaticamente, sempre maggiore rilevanza: gli sponsor la considerano un'occasione per mantenere la presa sui propri target demografici di riferimento, mentre per i mezzi di comunicazione, con il Super Bowl alle spalle ormai da un mese, costituisce di fatto il calcio d'inizio della nuova stagione (che sui campi non partirà prima di settembre), occasione ideale per alimentare la maniacale attenzione con cui gli americani seguono ogni singoli dettaglio legato allo sport preferito del Paese.
Il network Abc segue l'evento e si prepara alla partita per i diritti della lega
Uno sviluppo certamente gradito alla lega professionistica americana, che nel periodico emergere di nuovi beniamini trova una delle principali materie prime per consolidare la propria popolarità. La presenza all'evento dei rappresentanti dei media è infatti costantemente cresciuta: se i giornalisti accreditati erano poco più di 600 ancora nel 2010, la cifra è salita stabilmente sopra i mille negli ultimi anni. Quest'anno, inoltre, alcuni esercizi saranno trasmessi per la prima volta da uno dei principali network tradizionali, la Abc (di proprietà della Disney). Se l'intero evento sarà infatti coperto in streaming soltanto da Nfl Network, la Abc offrirà agli appassionati uno speciale di due ore con gli allenamenti di quarterback e wide receiver, due dei ruoli più popolari.
La stessa Abc, secondo quanto riportato di recente dal New York Post, si prepara del resto a tornare a giocarsi la partita della spartizione della maxi torta dei diritti televisivi Nfl, quando scadranno i contratti attuali, tra il 2021 e il 2022. La posta in gioco è altissima: oggi i diritti per la trasmissione delle partite valgono complessivamente oltre 5 miliardi di dollari l'anno. Il football è assente dai palinsesti Abc dal 2005 e il network punterebbe a conquistare uno dei pacchetti relativi alle partite della domenica, che fino al 2022 sono in mano a Cbs (un miliardo di dollari all'anno per i match delle principali squadre della Afc, l'American football conference), Fox (1,1 miliardi l'anno per i team della Nfc, la National football conference) e Nbc (950 milioni l'anno per il Sunday Night Football, la partita della domenica sera).
Al di là della domenica, il menù televisivo è completato dalla partita del lunedì tramessa da Espn (anch'essa controllata da Disney, fino al 2022 paga 1,9 miliardi l'anno) e da quella del giovedì in mano a Fox (660 milioni,
scade nel 2021). Un flusso di denaro che secondo gli osservatori è destinato a crescere, tanto più considerando la probabile
rimodulazione in vista dei pacchetti offerti dalla Nfl per far posto a un grande operatore web dopo il recente esperimento
con Twitter, e una partita che Abc sarebbe intenzionata a tornare a giocare, allenandosi per il momento proprio con la Combine,
con l'obiettivo di aumentare la propria penetrazione nell'audience maschile.
Test e misure che possono segnare il destino, e il contratto, di un atleta
Ma la Combine non è soltanto un gioco per fan e tv. Senza considerare il business per la città di Indianapolis (10 milioni di dollari stimati nel 2017), che la ospita dal 1987, e per le miriadi di impianti sportivi in tutti gli Stati Uniti focalizzati proprio sulla preparazione degli atleti in vista dell'appuntamento, in ballo c'è soprattutto il destino dei 330 giocatori pronti a diventare professionisti e il numero di zeri dei loro futuri stipendi. Sebbene infatti non possano dare alcuna garanzia del rendimento futuro in campo (e in alcuni casi abbiano dato indicazioni rivelatesi poi totalmente fuorvianti), i risultati degli esercizi di Indianapolis contribuiscono spesso a indirizzare le sorti di un giocatore al Draft. Essere scelto o meno, da chi, in quale dei sette round con cui le 32 squadre Nfl chiamano, in ordine inverso rispetto alla classifica dell'anno precedente, i 224 nuovi professionisti può risultare determinante per impostare una carriera e deciderne anche finanziariamente il destino, con un orizzonte di aspettative che al momento va dal salario minimo 2019 di 495mila dollari per un giocatore al primo anno ai 33,5 milioni di stipendio medio annuo di Aaron Rodgers (il quarterback dei Green Bay Packers è al momento il giocatore più pagato dell'Nfl).
Creata nel 1982 per centralizzare il processo di valutazione da parte delle squadre Nfl, prima limitato ai Pro Days, che si tengono ancora oggi a partire dal mese di marzo nei singoli campus universitari, la Combine è la principale fonte dei dati che andranno a costituire la carte d'identità sportiva di ogni giocatore. Corsa sulle 40 yard, sollevamento pesi, salto in alto e in lungo da fermo, corsa tra i coni e corsa laterale: sono le prove fisiche che, insieme alle valutazioni psicologiche e alla misurazione di altezza, peso, lunghezza delle braccia e delle mani disegneranno il profilo degli atleti. E un singolo centimetro può essere cruciale.
Per capirlo basta osservare il dibattito che ha dominato le settimane precedenti alla Combine in merito a uno degli atleti più attesi: Kyler Murray. Quarterback degli Oklahoma Sooners, vincitore dell'Heisman Trophy per il miglior giocatore universitario dell'anno, atleta tanto dotato da poter scegliere se diventare professionista nel football o nel baseball (gli Oakland Athletics lo hanno già scelto nel Draft dello scorso anno, sperando che alla fine preferisca il diamante alla palla ovale): un curriculum, a 22 anni, già fantastico, eppure sul suo destino aleggiava l'interrogativo dell'altezza. Gli allenatori della sua università sostenevano infatti che Murray fosse alto poco meno di 5 piedi e 10 pollici (1,78 metri), ma secondo alcuni scout si sarebbe trattata di una valutazione generosa. Il problema, e qui entra in gioco l'ossessione tipicamente Usa per storia e statistiche dello sport, è che negli annali Nfl figura un solo quarterback alto meno di 5 piedi e 10 pollici capace di lanciare almeno un passaggio da touchdown: Doug Flutie, dodici anni di carriera intermittente tra il 1985 e il 2005, la maggior parte del tempo non da titolare. Un precedente capace di far scendere le quotazioni di Murray e di far cambiare idea ad alcune squadre intenzionate a prenderlo. Il momento in cui alla Combine sarebbe stata annunciata la sua altezza ufficiale era quindi atteso come una finale e come tale era trattato, tanto che i principali siti di scommesse accettavano puntate over/under rispetto alla fatidica quota dei 5 piedi e 10 pollici. Il verdetto della Combine è poi arrivato. Murray ce l’ha fatta con un margine di un ottavo di pollice (3,2 millimetri): è alto 5 piedi, 10 pollici e un ottavo. «Per lui è un ottimo risultato», hanno subito commentato alcuni analisti Nfl. Per lui la strada verso il Draft sembra ora in discesa.
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