Sport24

Juventus, Lazio e Roma: cosa sapere prima di comprare le azioni dei 3…

  • Abbonati
  • Accedi
calcio & risparmio

Juventus, Lazio e Roma: cosa sapere prima di comprare le azioni dei 3 club

È difficile consigliare a un tifoso di prestare “attenzione” nel caso volesse acquistare titoli azionari della propria squadra di calcio, magari vittoriosa come la Juventus che ha sconfitto per 3-0 martedì scorso l’Atletico Madrid e che ha portato il titolo bianconero a essere sospeso mercoledì 13 marzo per eccesso di rialzo (chiusura del 17,42% in più rispetto al giorno precedente e recuperando la perdita dell’11% registrata il 21 febbraio, dopo la sconfitta contro gli spagnoli nella gara di andata). Il tifo per la propria squadra del cuore, si sa, non rende di certo razionali, virtù però necessaria per chi investe denaro.

Ma il punto centrale non è l’investimento nella Juventus (peraltro chi lo ha fatto è stato premiato, vista la vittoria sulla squadra spagnola, viceversa se la Juve avesse invece perso) o nella Lazio oppure nella Roma (soltanto tre le squadre italiane quotate in Borsa Italiana), ma avere consapevolezza che si sta investendo, più in generale, in titoli azionari. Infatti, così come bisogna prestare attenzione nell’acquisto equity di società di altri settori, è altrettanto indispensabile prestare attenzione nell’investimento in titoli delle società di calcio vista la “particolarità” del settore: una vittoria oppure una sconfitta sul campo di gioco incide notevolmente sull’investimento fatto.

Fatta questa premessa, investire in azioni delle squadre di calcio può essere una buona opportunità di rendimento, ma bisogna anche essere consapevoli che può essere fonte di perdite, magari arginabili se l’investimento è fatto in un contesto di un portafoglio ben diversificato (tra vari strumenti finanziari, Etf, bond, fondi e così via dicendo) e in base alla propria propensione al rischio.

Ma vediamo cosa potrebbe essere importante sapere di Juventus, Lazio e Roma, quotate sul Mta (Mercato telematico azionario) di Borsa italiana, con la squadra bianconera che dal 27 dicembre scorso è stata anche “promossa” nel Ftse Mib .

La Juventus

L’ingresso della Juventus nel Ftse Mib rappresenta un'eccezione dato che le società di calcio non hanno una capitalizzazione elevata. Far parte dell'élite delle quotate a palazzo Mezzanotte, costituisce una finestra a nuove opportunità di crescita per il club bianconero che da tempo viaggia costantemente sopra la

soglia del miliardo di capitalizzazione. L'aumento dell'appeal e della visibilità internazionale significa indirettamente maggior interessamento da parte dei grandi fondi istituzionali che già investono nell'indice Ftse Mib. Di per sè, essere nell'indice vuol dire attrarre i capitali di quei fondi che non selezionano necessariamente singoli titoli, ma che in modo passivo investono in tutti i 40 titoli che lo compongono. Questo si traduce in più capitali, maggiori scambi e liquidità.

La Juventus, da quando è stata aggiunta nel Ftse Mib ha guadagnato il 35,22% e a oggi ha un valore di mercato di circa 1,238 miliardi di euro. Questo contesto sembra anni luce lontano dagli anni post-Calciopoli, quando era stata addirittura ipotizzata una delistizzazione. Oltre alle ottime prestazioni borsistiche, anche a livello economico l'effetto Ronaldo sta già avendo un impatto notevole sui ricavi da merchandising, così come su quelli da biglietti e abbonamenti allo stadio, cresciuti di un terzo, avvicinandosi al livello delle altri big europee.
Grazie al fuoriclasse, è stato rinnovato anche il contratto di sponsorizzazione con Adidas che garantirà dalla prossima stagione 2019/20 51 milioni di euro rispetto ai 25 milioni incassati in questa stagione. Nel complesso l'effetto CR7 avrà un‘incidenza sui ricavi per circa 50 milioni di euro. Tirando le somme sembrerebbe che i destini finanziari della Juventus siano legati in misura preponderante all'esito di questo investimento. Infatti, con la qualificazione ai quarti il club bianconero (grazie anche ai tre gol di Ronaldo) ha intascato 10,5 milioni di bonus Uefa.
Ma se la Juventus dovesse essere eliminata ai quarti di finale , e non vincere la Champions, non incasserebbe complessivamente altri circa 38 milioni (12 milioni per mancata qualificazione semifinale, 15 milioni per mancata qualificazione alla finale, 4 milioni che spettano alla vincente, 5,5 milioni di ricavi attesi da incassi al botteghino per un altro incontro e, infine, circa 1,8 milioni per mancati introiti da diritti televisivi in caso di vittoria finale). Incasso che sarebbe fondamentale per ridurre la perdita attesa nel bilancio al 30 giugno 2019. Peraltro, la relazione finanziaria semestrale al 31 dicembre 2018 - e pubblicata il 28 febbraio 2019 - evidenzia un aumento dell’indebitamento finanziario da 310 a 384 milioni.

I fondi nelle tre squadre di calcio quotate

È recente l'ingresso di Merrill Lynch nel capitale della Juventus con l'1,55% che va ad aggiungersi alla holding della famiglia Agnelli, Exor Nv, (63,77%) e al fondo Lindsell Train (10,01%). Quindi, delle tre italiane soltanto i bianconeri trovano il favore dei gestori di patrimoni. Secondo l'ultimo verbale di assemblea degli azionisti, il titolo Juventus Fc è nel portafoglio di diversi investitori istituzionali, oltre a Merrill Lynch e al fondo Lindsell subito dopo viene il colosso Usa Vanguard (1,02%) e poi a credere nella “vecchia signora” - ma con quote minoritarie - ci sono Dimensional Fund (0,59%), e via via con quote sempre più esigue, come per esempio Black Rock con lo 0,39%. Diverso discorso per i club romani, per adesso non molto tenuti in considerazione dai fondi di investimento. Si cita soltanto la quota detenuta dalla stessa Dimensional Fund pari allo 0,21% in As Roma, mentre per Ss Lazio abbiamo Go Etf Solution (0,68%) e Alken asset management (0,48%). La ragione è dovuta al fatto che gli investitori istituzionali spesso evitano le società piccole e non troppo liquide.

La Lazio

Tuttavia se guardiamo ai rendimenti negli ultimi tre anni, quelli della Lazio sono strepitosi. La società di Claudio Lotito ha messo a segno un +152% e, secondo una ricerca Mediobanca, è tra i titoli del Mta ad aver registrato i rialzi più interessanti, anche se guardiamo a un periodo di osservazione di 10 anni. Considerando che in questo periodo soltanto 4 titoli su 10 hanno registrato rendimenti positivi, mentre soltanto 1 su 4 superiore ai BTp in termini di rendimento, si tratta di numeri importanti.

La Lazio ha poi buoni indicatori economici e finanziari, oltre che un livello di indebitamento accettabile se raffrontato con il patrimonio netto. Quindi se la società proseguirà nel suo percorso positivo di crescita dei ricavi mantenendo, a un livello sostenibile il debito, il rapporto prezzo/utili attuale potrebbe essere ingiustificabilmente basso.

La Roma

La As Roma, è stata la seconda società di calcio italiana, dopo la Lazio, a fare il suo ingresso (precisamente il 23 maggio 2000) in Piazza Affari. Il 79% delle azioni sono possedute dalla Neep Roma Holdings Spa, per il 3,125% da As Roma Spv Lllc e la parte rimanente costituisce il flottante. La As Roma Spv Lllc di James Pallotta è la società posta al vertice della catena di controllo.

Tra gli azionisti di As Roma Spv Llc rientra anche la Starwood capital group, società immobiliare americana che avrà un ruolo importante nella costruzione del nuovo stadio a Tor di Valle. Questo rappresenterà - così come è stato per la Juventus - un’opportunità per incrementare e diversificare i ricavi attraverso l'apertura di shopping center, ristoranti e bar. La rimanente parte delle azioni rappresenta il flottante che è scambiato attualmente al prezzo di 0,503. Il titolo ha guadagnato il 9,3% negli ultimi 3 anni.

Le precauzioni nell’acquisto di titoli azionari
«Poiché trattasi di asset alternativi, l’investimento in azioni delle squadre di calcio - spiega Vincenzo Cagnetta, analista e consulente finanziario indipendente di studio Enca - devono essere inseriti soltanto all'interno di un portafoglio ben diversificato e in percentuali comunque ridotte. Infatti, poiché i

destini borsistici dipendono molto dai risultati sul campo di calcio, l'investimento nei club presenta un'elevata volatilità di brevissimo periodo. Nel lungo termine - continua l’analista - il rischio permane in quanto redditività e bilanci dipendono in ogni caso dalle performance sportive per definizione incerte. Senza considerare che i bilanci societari non sono di agevole comprensione tra compravendite di giocatori, plusvalenze e minusvalenze. A questo occorre aggiungere che non tutti i club hanno un potenziale e un'organizzazione commerciale tale da prendere beneficio dei successi sportivi. Chi è dunque interessato a investire nel calcio - conclude Cagnetta - dovrebbe guardare al brand, il quale rappresenta tra i più importanti asset societari. L'importanza del brand vale specialmente in quei settori, come quello del calcio, dove il legame emotivo e la fidelizzazione tra tifoso/cliente e club di appartenenza è decisamente molto importante».

© Riproduzione riservata