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calcio & risparmio

Arsenal, Benfica, Inter, Juve, Porto, Schalke 04: come valutare i rischi delle loro obbligazioni

Se investire nella propria squadra del cuore con titoli azionari è più adatto per chi vuole un supplemento di adrenalina (oltre al risultato calcistico bisogna infatti sopportare anche un repentino rialzo o ribasso dell’azione), investire con le obbligazioni è per chi non vuole subire questi contraccolpi coronarici. I bond, come si sa, vengono percepiti come più “sicuri” ma allo stesso tempo devono essere inseriti in portafoglio in modo consapevole: cioè, in un contesto di portafoglio ben diversificato e in base alla propria propensione al rischio. Come valutare però il “rischio” di una obbligazione? Uno dei parametri “guida” che i mercati finanziari riconoscono è il rendimento(gli altri sono la liquidità, il cambio e la solidità dell'emittente): più è “ricco”, più l’investimento viene percepito rischioso dal mercato.

Le obbligazioni delle squadre di calcio europee

Guardando alle sei società europee calcistiche che hanno bond in essere, vediamo che il “parametro” rendimento indica la squadra italiana Inter essere come la più rischiosa (rendimento del 4,34%), seguita dalla Juventus (3,80%), Arsenal (3,78%), Porto (3,73%), Benfica (3,26%) e Schalke 04 (2,44%). Il rischio principale che si corre su questo tipo di bond (varia anche in base alla durata dell’investimento) è che, in caso di vendita anticipata (cioè prima della scadenza), si potrebbe avere un deprezzamento del titolo in conto capitale e non riottenere dunque quanto inizialmente investito.

RENDIMENTI A CONFRONTO DELLE SQUADRE DI CALCIO UE

Le obbligazioni emesse dai football club europei - Dati al 18 marzo 2019

Il bond Juventus

Il primo bond emesso dalla società bianconera il 13 febbraio scorso è stato quotato ufficialmente martedì 19 febbraio alla Irish stock exchange (conosciuta come Euronext Dublin) per poi approdare anche sull'Euro Tlx il 26 febbraio 2019, permettendo così agli investitori italiani una facile negoziazione. Guardando i rendimenti, il bond della società bianconera non è tra i più bassi: presenta infatti un rendimento nettamente superiore per esempio al bond emesso dallo Schalke 04 . Inoltre, il rendimento del bond è pressoché pari a quello dell'Arsenal nonostante quest'ultimo sia meno rischioso poiché secured (garantito), differentemente dal bond Juve che è invece unsecured, oltre al fatto che scade 5 anni più tardi. Il bond Juventus, è poi il primo bond emesso in Italia da gennaio 2018 a non essere stato classificato da una Agenzia di rating: nonostante ciò, il bond ha avuto un buon apprezzamento da parte degli investitori qualificati, cioè i destinatari di questa operazione. Nel prospetto informativo è previsto esplicitamente che il mercato di riferimento di questa emissione, così come previsto dalla normativa Mifid II, è rappresentato da controparti qualificate e dalla clientela professionale, prevedendo quindi espressamente il divieto di vendita ai clienti retail.

Lazio, Inter e Milan

La Juventus non è la prima società di calcio italiana ad aver emesso un bond. Infatti, la prima squadra è stata la Ss Lazio che nel 1997 emise un bond da 50 miliardi di lire.

Se guardiamo agli anni recenti alla fine del 2017 l'Inter, con Goldman Sachs nel ruolo di advisor, ha emesso un bond senior da 300 milioni di euro dal taglio minimo di 100mila euro quindi destinato ad investitori qualificati. A oggi il rendimento del bond Inter è del 4,38% pertanto superiore a quello della Juventus, nonostante l'obbligazione sia garantita da asset della società Inter Media and Communication (il gestore dei diritti televisivi e delle sponsorizzazioni del club calcistico). A questo si aggiunge che il bond Inter è valutato dalla agenzia di S&P che ha attribuito un rating BB-. Quindi per queste ragioni a oggi il bond Inter è più “appetibile” (sul fronte del rendimento, meno su quello della rischiosità) rispetto a quello della Juve.

Sono invece stati rimborsati anticipatamente (il 25 settembre del 2018) due bond del Milan da 128 milioni di euro complessivi e quotati alla Borsa di Vienna. E questo dopo appena 4 giorni il subentro del fondo d'investimento americano Elliott all'inadempiente Li Yonghong.

Altri club europei

Anche altri club europei hanno intrapreso la strada del ricorso al mercato dei

capitali per finanziare la propria attività. Il bond emesso dalla squadra londinese Arsenal è secured (quindi dotato di specifiche garanzie) ed è valutato da ben due agenzie di rating (S&P e Fitch) che hanno attribuito un giudizio rispettivamente A- e BBB. Si tratta quindi di un titolo investment grade dal taglio minimo di 50.000 sterline.

La società di calcio tedesca Schalke 04 ha in essere un bond dal taglio retail di 1.000 euro con scadenza a luglio 2021 che rende il 2,44 per cento. I bond non sono garantiti e non hanno rating ma il loro rendimento è inferiore a quello delle due società italiane. In questo caso a incidere è anche il differente contesto macroeconomico presente in Germania rispetto all'Italia che ha un impatto sui corporate spread. Secondo il Deloitte football money league 2019, lo Schalke 04 nella stagione 2017/18 ha registrato ricavi per 243,8 milioni di euro in aumento rispetto ai 230,2 della stagione precedente.


I rendimenti delle obbligazioni emesse dalle due società di calcio portoghesi, Porto e Benfica, sono meno elevati rispetto a quelli di Juventus e Inter e questo è dipeso essenzialmente dalla minore durata finanziaria che i primi hanno rispetto ai secondi.

Cosa fare
«I rendimenti delle emissioni delle sei società calcistiche europee - spiega Vincenzo Cagnetta, analista e consulente finanziario indipendente di studio Enca - sono superiori a quelli offerti dai titoli di Stato italiano e questo sta a significare la maggiore rischiosità. Un altro aspetto da considerare è che questi strumenti, proprio perché a tasso fisso, in caso di aumento dei tassi di interesse sono maggiormente esposti al rischio di deprezzamento rispetto a quelli a tasso variabile. Nonostante sia poco probabile che quest'anno la Bce aumenti i tassi nell'eurozona, a causa del rallentamento dell'economia, in un'ottica di limitazione dei rischi sarebbe opportuno, per evitare perdite in conto capitale, limitare l'esposizione in titoli a tasso fisso preferendo quelli a tasso variabile o indicizzati. Al limite - continua l’analista - si possono valutare quelle obbligazioni a scadenza più ravvicinata che sono meno sensibili a una variazione in senso rialzista dei tassi di interesse. A ogni modo, l'investimento deve avvenire sempre all'interno di un portafoglio ben diversificato per cui non si dovrebbe investire più del 2% in prodotti di questa natura. È opportuno sempre tener presente - conclude Cagnetta - che bisogna avere un approccio al rischio equilibrato, privilegiando l'esposizione in quelle emissioni di qualità e seniority superiore».


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