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«Vi porto a pedalare ovunque». Ecco il tour operator della bici che fattura 15 milioni l’anno

«La pausa pranzo la mettiamo nel posto più bello. Qui le persone vengono e ci restano volentieri». Pierpaolo Romio fondatore e ad di Girolibero, principale tour operator italiano di vacanze in bicicletta, mostra con orgoglio l'immensa cucina, volutamente collocata all'ingresso principale: tre grandi tavoli rotondi, piani cottura a induzione, lavastoviglie, frigoriferi, macchine per il caffé e un grande patio esterno con limonaia e sedie a sdraio. «La cucina è la prima sala che accoglie visitatori e ospiti, il posto dove si chiacchiera e si decide di più, magari buttando giù un po' di pasta o mettendo su la macchina del caffè» - spiega Elena Riatti, responsabile comunicazione e marketing.

La scintilla che scocca in Germania
Una scelta in linea con la filosofia di questa azienda vicentina: Girolibero promuove un turismo lento, consapevole ed ecosostenibile. «Tutto nasce nel 1998 - racconta Romio - Avevo lavorato 10 anni come agente di commercio. Vendevo arredamenti per gelaterie in Germania. Lì vedevo due realtà in grande espansione: il kebab e i viaggi in bici. Ho scelto i secondi. Abbiamo cominciato con un piccolo gruppo di amici nella cucina di casa mia. Ci siamo registrati come associazione con il marchio Zeppelin. Abbiamo acquistato 24 bici e per trasportarle utilizzavamo il carrello preso in prestito da un gruppo teatrale.

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Prime destinazioni: Austria, Olanda e Germania. Organizzavamo viaggi itineranti solo nel mese di agosto accompagnando i turisti in bicicletta. Per 4 anni abbiamo investito. Il primo stipendio è arrivato solo nel 2002. Nello stesso anno anche il primo viaggio in Italia per stranieri : un giro per il Veneto. Trasportavamo i bagagli e spiegavamo il percorso ciclabile migliore, quello più lontano dal traffico. Non era semplice. Tutt'oggi non lo è. C'è molto da migliorare soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture, però vediamo che a poco a poco pezzi sempre più ciclabili saltano fuori anche in Italia».

Due ruote arancioni
Oggi le bici sono 2500, tutte arancioni in omaggio all'Olanda patria del cicloturismo, sistemate nell'enorme magazzino al piano terra della sede: citybike, da corsa, elettriche, carrellini per bambini, family tandem e la tripla, un'invenzione di Pierpaolo Romio che consente di trasportare un adulto in bici come un tempo lo si portava sulla canna. Gli itinerari sono oltre 200 sia per principianti che per esperti e ogni anno pedalano grazie a Girolibero circa 20mila persone tra cui 10mila italiani -principalmente all'estero- e 10mila stranieri - principalmente in Italia. I dipendenti sono 50 fissi più altri 20-30 che si aggiungono durante la stagione da aprile ad ottobre, esclusi gli accompagnatori. Quasi tutti sotto i 35 anni. I servizi offerti vanno dall'organizzazione del tour, al trasporto bagaglio da hotel a hotel, al noleggio bici, all'assistenza tutti i giorni, al materiale informativo. Girolibero realizza anche gran parte della cicloguide con una propria collana.

«Un settore sul quale stiamo puntando molto negli ultimi anni è il binomio bici-barca - spiega Romio - e cioè la possibilità di dormire e mangiare su imbarcazioni che diventano hotel galleggianti e poi usare la bici per andare alla scoperta del territorio». Una formula nata in Olanda, sviluppata in Francia e importata in Italia tra Mantova e Venezia dove Girolibero ha un proprio hotel galleggiante per cicloturisti, Ave Maria, il cui progetto è stato finanziato da Banca Etica. «Il mio sogno -dice - è sviluppare ancora questo settore. Un itinerario che mi piacerebbe è quello lungo il fiume Douro in Portogallo».

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Ma non ci sono solo vacanze facili in bicicletta. All'interno di Girolibero infatti c'è anche il marchio Zeppelin che propone viaggi a piedi: avventura, culturali, o anche qui uniti alla barca a vela. E poi c'è “Girolibero road bike”, vacanze in bici da corsa, sulle strade leggendarie del Ciclismo: Dolomiti, l'Eroica, Fiandre, Alpi Francesi, le classiche del nord. Itinerari “disegnati” dall'ex ciclista professionista Andrea Ferrigato e destinati a ciclisti molto esperti.

I numeri di Girolibero
Il fatturato è in costante crescita. Nel 2018 ha superato i 15 milioni di euro. «Il tasso di crescita nei primi anni - spiega Romio- è arrivato anche al 20-30 per cento, ora ci siamo attestati al 10. La crisi non si è sentita perché siamo in una nicchia di mercato in forte espansione. E all'interno della nicchia io vado sempre a inseguire la nicchia della nicchia, questo è il segreto secondo me, a meno che non si vogliano fare grossi investimenti». E del resto i dati dell'ultimo Rapporto Legambiente Isnart parlano di un giro d'affari per il cicloturismo di 7,6 miliardi di euro con una crescita del 41% in cinque anni. Anche quest'anno la stagione promette bene.

L'azienda lenta
La filosofia di Girolibero si riflette anche all'interno dell'azienda vicentina e si traduce in un'accurata attenzione al benessere dei dipendenti: pareti foderate da pannelli fonoassorbenti per una migliore sonorità ambientale; illuminazione all'avanguardia; scrivanie, realizzate da un artigiano vicentino, elevabili elettronicamente per lavorare in piedi o seduti a seconda delle esigenze; in sala riunioni, invece, grandi poltrone arancioni di design, volutamente dure e poco confortevoli: “così le riunioni durano meno! “ confessa Elena Riatti.

Un altro punto di forza è la sala relax per la pausa pranzo, in cui si possono frequentare corsi di pilates, yoga o danza, oppure si può giocare a biliardino o a ping pong, e che è dotata perfino di un angolo del parrucchiere; infine, sedie a sdraio e sala cinema: “erano anni che prendevo appunti su quello che vedevo in giro per il mondo e sui principali errori da evitare” dice Pierpaolo Romio che nel 2015 ha trasferito la sede della sua azienda in questa ex pelletteria rinnovandola completamente, ma salvaguardando la struttura di base per non consumare nuovo suolo, e creando un immobile totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico con il tetto ricoperto da pannelli solari .

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«Anche la scelta della zona è stata pensata nell'ottica di far star bene tutti. Se ci fossimo trasferiti in un'area industriale, più lontana, avremmo costretto almeno 15 dipendenti all'acquisto di una seconda auto e i tempi casa-lavoro sarebbero comunque aumentati. Qui invece riusciamo tutti ad arrivare in bici o con gli autobus. Un risparmio per il dipendente, ma anche un vantaggio per il datore di lavoro»“.

E il futuro di Girolibero come lo vede Romio? «Il turismo in bicicletta è destinato a crescere» dice «Penso ai pionieri del turismo balneare, quegli inglesi che andavano a prendere il sole in Costa azzurra. Ecco, il mio sogno è che il cicloturismo si diffonda in tutto il mondo come il turismo balneare e che porti alla scoperta del territorio attraverso questo mezzo silenzioso e pacifico».

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