C’è anche un po’ di “Italia” nella classifica dei proprietari di club calcistici più ricchi al mondo (per patrimonio personale), per quanto il concetto vada inevitabilmente inteso in senso ampio. Massiccia è ovviamente la presenza delle big di Premier League, senza dubbio il campionato più ricco del pianeta mentre a tratti sorprendente è il posizionamento in classifica di ben 3 società di un campionato che di competitivo ha ben poco: parliamo infatti della Ligue 1, stradominata da anni dal PSG ma che nasconde tra i bilanci delle altre società alcuni degli uomini più ricchi del globo. E come ogni classifica che si rispetti, c’è la sorpresa finale: il club del proprietario più ricco nel mondo del calcio... milita in un campionato minore, la Segunda B spagnola. Ecco i dieci paperoni del calcio (le cifre sono espresse in dollari).
10° Nasser Al Khelaifi (PSG), 6,2 miliardi
Il primo nome nella lista consente anche una precisazione metodologica della classifica: sono infatti stati presi in considerazione
i fondi nella più “immediata disponibilità” di coloro che sono a capo della società in esame. Alle spalle del presidente Nasser
Al Khelaifi, per il quale The Mirror circoscrive il patrimonio a “soli” 6.2 miliardi di dollari, c’è infatti il Qatar Investment Authority dell’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al Thani, effettivo proprietario del PSG, che vanta secondo Forbes risorse per più di
500 miliardi di dollari.
9° Zhang Jindong (INTER)/ Dmitry Rybolovlev (MONACO), 6,8 miliardi
C’è un ex-aequo alla nona posizione, dove oltre al magnate russo del Monaco troviamo la prima “traccia” di Italia, con il
proprietario dell’Inter Zhang Jindong: entrambi possono vantare un patrimonio di 6.8 miliardi di dollari (Forbes). Fondatore
e presidente di Suning Commerce Group, Zhang Jingdong ha costruito un’azienda con sede a Nanchino che ha oltre 10 milioni
di prodotti in vendita attraverso la sua piattaforma di e-commerce e una rete di 4.000 negozi in Cina. Nel giugno del 2106
ha comprato quote per il 70% dell’Inter al prezzo di 300 milioni di dollari ed in due anni i risultati della sua gestione
sono sotto gli occhi di tutti. Oltre al raggiungimento per la seconda stagione di fila della qualificazione in Champions League,
il fatturato è cresciuto da 186,8 milioni di euro dell’ultima gestione Thohir fino ai 297,3 milioni di euro nel 2017-18.
Rybolovlev è entrato invece nel mondo degli affari con il padre scienziato, nel 1990, dopo aver studiato medicina presso il
Perm Medical Institute in Russia. La sua fortuna proviene da Uralkali, il più grande produttore russo di fertilizzanti di
potassio.
8° Stanley Kroenke (ARSENAL), 8,8 miliardi
Stan Kroenke è un magnate del settore immobiliare e sportivo; come riferisce Forbes, che valuta il suo patrimonio intorno
agli 8.8 miliardi di dollari, gran parte dei 30 milioni di metri quadrati di terreni che sono di sua proprietà, sono ubicati
nei pressi dei centri commerciali Walmart, di cui la moglie è proprietaria. Il suo impero sportivo comprende anche i Denver Nuggets della NBA, i Colorado Avalanche della NHL, la squadra di calcio dei Colorado Rapids e proprio l’Arsenal, del quale è divenuto unico proprietario nell’agosto 2018 dopo aver comprato le quote di minoranza di
Alisher Usmanov: l’accordo ha portato alla valutazione del team a 2,3 miliardi di dollari.
7° Philip Anschutz (L.A. GALAXY), 11 miliardi
Da oltre cinquant’anni, Philip Anschutz (patrimonio 11 miliardi, Forbes) è attivo nel campo del petrolio, nelle ferrovie,
nelle telecomunicazioni, nel settore immobiliare e nell’intrattenimento. Possiede i Kings della NHL, un terzo dei Los Angeles Lakers in NBA e lo stesso impianto che li ospita, lo Staples Center. Proprietario dei Los Angeles Galaxy dall’anno di fondazione
(1994) ha portato tra le sue fila campioni affermati come Gerrard, Keane, Ashley e Zlatan Ibrahimovic. Contando sulla vastità
del patrimonio immobiliare ha creato anche una Alliance Clubs per i piccoli club calcistici californiani, mettendo a disposizione
le strutture della società in cambio del controllo sui loro calciatori.
6° Roman Abramovich (CHELSEA), 12,4 miliardi
È forse il primo della lista che non ha davvero bisogno di presentazioni: da quando è diventato proprietario del Chelsea,
il club ha avuto un’era di successo senza precedenti grazie a cinque titoli della Premier League, quattro FA Cup, tre coppe
di lega, una Champions e un’Europa League. Oligarca attivo nel settore del petrolio, gas e metalli, Roman Abramovich, che
secondo Forbes ha un patrimonio di 12.4 miliardi di dollari, ha guadagnato gran parte di tale cifra quando ha venduto una
partecipazione del 73% di Sibneft a Gazprom nel 2005 (2 miliardi sono stati invece spesi “solo” per rinforzare la squadra
con campioni come Torres, Drogba, Lampard e Terry). Il suo visto per gli investitori britannici è scaduto nell’aprile 2018:
visto che non è riuscito a procurarsene uno nuovo, ha ottenuto invece la cittadinanza israeliana. Possiede l’Eclipse, il secondo
yacht più grande al mondo con 164 metri di lunghezza, acquistato per quasi 400 milioni di dollari nel 2010.
5° Andrea Agnelli (JUVENTUS), 15,9 miliardi
L’erede al trono degli Agnelli è il 43enne Andrea, amministratore di Exor e dal 2010 presidente della Juventus. La cifra indicata
si riferisce proprio alla valutazione che Forbes fa del market cap della società amministrata da Andrea, che oltre alla Juventus,
opera attraverso il Gruppo Fiat, il Gruppo Fiat Industrial, il Gruppo C & W, il Gruppo Alpitour e Sistema Holdings. In particolare
quest’ultimo punta a mantenere liquidità, depositi a breve termine, strumenti del mercato monetario, obbligazioni e titoli
azionari. Oltre a tali mansioni, Andrea Agnelli è particolarmente impegnato nella missione di rivoluzionare il mondo del calcio
esercitando le funzioni di presidente dell’ECA, carica che riveste dal 2017: da allora ha approntato un modello di super-competizione
europea, destinata, almeno sulla carta, a decuplicare i guadagni per i club che vi parteciperanno ma che sta tuttavia incontrando
la resistenza delle leghe europee nazionali.
4° Dietrich Mateschitz (NEW YORK REDBULL), 18,9 miliardi
Il miliardario Dietrich Mateschitz è proprietario dei New York Red Bulls, dell’RB Leipzig, del Red Bull Salzburg e del Red
Bull Brasil (nata nel 2007, attualmente milita nella seconda divisione brasiliana). Deve la sua fortuna all’onnipresente bevanda
energetica, inventata nel 1987 assieme all'uomo d'affari tailandese Chaleo Yoovidhya (scomparso nel 2012). Prima della Red
Bull, Mateschitz era un dirigente di marketing per la società tedesca di prodotti di consumo Blendax, nota per l'omonimo shampoo.
Decise di entrare nel mercato delle bevande energetiche dopo aver degustato Krating Daeng, un'altra bevanda inventata da Yoovidhya:
la strategia dei due è stata chiara fin da subito, mirando alla creazione di un brand sinonimo di imprese estreme attraverso
aggressive campagne di marketing. Nel 2107, più di 6,3 miliardi di lattine di Red Bull sono state vendute in tutto il mondo:
l'equivalente dell'80% di caffeina che abitualmente richiede il nostro pianeta.
3° Mansour bin Zayd Al Nahyan (MANCHESTER CITY), 23 miliardi
Anche in questo caso, la valutazione che Forbes fa del patrimonio del proprietario del Manchester City risulta essere riduttiva
se comparata con le possibilità dell’Abu Dhabi Investment Authority (che può vantare infatti risorse per ben 630 milioni di euro), la quale risulta essere un fondo di proprietà di Khalifa bin
Zayed bin Sultan Al Nahyan, emiro di Abu Dhabi e fratello di Mansour. Dopo la breve proprietà dell'ex primo ministro thailandese
Shinawatra, nel 2008 i Citizens passarono sotto il controllo di Mansour, che acquistò il club per 250 milioni di sterline
e per dare un segnale concreto fin da subito ingaggiò Robinho per 42 milioni di euro poco prima della chiusura del calciomercato.
Nelle stagioni successive le somme spese nel calciomercato saranno cospicue (oltre 1 miliardo) ma la proprietà ha realizzato
investimenti anche nel tessuto cittadino, nell'aeroporto e nelle infrastrutture per i settori giovanili.
2° François Pinault (RENNES), 31,7 miliardi
Avrete già sentito questo nome in tempi recenti: animata da spirito filantropico e ottima scelta di tempo, la famiglia Pinault
ha promesso 113 milioni di dollari per la ricostruzione della cattedrale di Notre Dame a seguito dell’incendio dell’aprile
2019. Il capofamiglia, il bretone François Pinault, è a capo di Kering, gruppo fondato nel 1963 che comprende i marchi di
lusso Yves Saint Laurent, Alexander McQueen e Gucci. Agli inizi si era dedicato alla produzione di materiali da costruzione
e supporti in legno: la svolta arrivò nel 1999, quando Pinault decise di orientarsi verso i beni di lusso acquistando una
partecipazione nel Gruppo Gucci. Ha visto la sua fortuna crescere in maniera considerevole soprattutto negli ultimi anni:
oggi assieme alla sua famiglia possiede una collezione d’arte di 3.000 pezzi, con opere di Picasso, Mondrian e Koons.
Nel 1998 Pinault investì una consistente quantità di fondi nel Rennes, puntando sempre alla produzione di giovani talenti
costruendo un nuovo centro di allenamenti completato nel 2000: risale alla stagione appena conclusasi la sorprendente vittoria
in Coppa di Francia ai rigori, ai danni del più blasonato PSG.
1° Carlos Slim (REAL OVIEDO), 59,2 miliardi
Secondo la rivista Forbes, con un patrimonio stimato di 59,2 miliardi di dollari, è il 5° uomo più ricco della Terra. Primo
in Messico, è capo assieme alla sua famiglia di America Movil, la più grande azienda di telecomunicazioni dell’America Latina. Possiede inoltre partecipazioni in costruzioni messicane,
beni di consumo, società minerarie e immobiliari, oltre al 17% del New York Times, mentre Fernando Romero, suo genero, ha
progettato il Museo Soumaya a Città del Messico, sede della vasta ed eclettica collezione d'arte di Slim.
Cosa c'entra quindi un ricchissimo messicano con un club di Segunda B come il Real Oviedo? La storia è da restare di sasso
e sembra più una leggenda che un resoconto verosimile di quanto sia accaduto. Nel novembre 2012, il giornalista spagnolo Paco
González di Cadena Cope pensò che fosse divertente scherzare sulla possibilità che uno degli uomini più ricchi del mondo potesse
salvare dal fallimento il Real Oviedo e così chiamò Arturo Elias Ayub (dirigente di Telmex, già inglobata in America Movil)
per chiedergli se non volesse comprare delle azioni. Al termine di quello scherzo Arturo vide che 8000 persone avevano già
iniziato a seguirlo e quando ne parlò a Slim, ottenne come risposta un laconico “come si può lasciar morire una tifoseria così?” che fu l'inizio di tutto. Slim salvò
il club versando 2 milioni nelle casse societarie; al tempo stesso nominò un suo uomo di fiducia, Joaquin Del Olmo, come direttore
sportivo e da allora, con cadenza semestrale, torna in Asturia per controllare l'andamento del suo club.
© Riproduzione riservata