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La Uefa sospende il giudizio sul Milan in attesa del Tas di Losanna

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Calcio internazionale

La Uefa sospende il giudizio sul Milan in attesa del Tas di Losanna

L’attesa decisione della Uefa sul Milan, con il rischio di una esclusione dell’Europa League, lascia tutto com’è in attesa che il Tas, cui il club ha fatto ricorso, si pronunci sulle sanzioni già applicate per il triennio 2015-17. Una nuova complicazione nella gestione del dossier rossonero che tiene in stand by anche quei club italiani (Roma e Torino) che potrebbero subentrare ai rossoneri in caso di estromissione.
Lo scorso aprile la Camera d’investigazione della Uefa aveva deferito il Milan alla Camera arbitrale per il mancato il raggiungimento del pareggio di bilancio negli esercizi conclusi nel 2016, 2017 e 2018. Un atto dovuto di fronte a un rosso che solo nel bilancio chiuso al 3o giugno 2018 superava i 120 milioni di euro.

La sanzione per il triennio 2015-17

Il Milan in realtà è già destinatario di una sanzione per il mancato rispetto dei regolamenti sul fair play finanziario riguardante gli esercizi chiusi nel 2015, 2016 e 2017, assunta dalla Camera arbitrale a dicembre 2018, dopo il ricorso al Tas di Losanna che aveva ribaltato una prima decisione della primavera 2018. In quella occasione, a giugno 2018, la Uefa aveva irrogato la più grave sanzione della estromissione dall’Europa League, un provvedimento che appariva irrituale ed eccessivo. Dopo l’intervento del Tas la Uefa ha rivisto la propria posizione e tra le altre cose ha imposto al club rossonero di raggiungere il pareggio di bilancio (a zero anziché con la quota di tolleranza di 30 milioni) nel 2021. Praticamente tra due stagioni. Contro questa decisione il Milan ha di nuovo fatto ricorso al Tas ritenendola troppo penalizzante.

Il “processo” avviato ad aprile 2019 e quello in corso dallo scorso anno quindi si sono intrecciati. Il giudizio che attende il club per il triennio 2016, 2017 e 2018 comporta infatti di vedere applicate le sanzioni più gravi disposte dal regolamento sul financial fair play con il rischio di un’esclusione dalle coppe europeem, in quanto testa del Milan pende una precedente sanzione. Una nuova pronuncia del Club Financial Control Body negativa per il Milan – difficile da evitare se si considera che il triennio 2015, 2016, 2017 si era chiuso con perdite per circa 120 milioni, rispetto a una tolleranza Uefa di 30 milioni, e la proprietà “cinese” anziché invertire la rotta nel 2o18 ha prodotto altre perdite per 126 milioni – non può non tener conto della “recidiva”. Su questo punto non c'è margine di trattativa in quanto gli organi contabili della Uefa sono tenuti a analizzare i rendiconti economici e disporre le penalità. Il discorso cambia ovviamente se il Milan fosse in qualche modo “assolto” dal Tas.

La situazione

Ora bisognerà attendere le indicazioni del Tas con tempi che dovrebbero essere in teoria contenuti per la necessità di far partire senza incertezze la prossima stagione. Tuttavia propria la storia del Milan insegna che al Tas le procedure possono allungarsi e determinare l’ulteriore slittamento delle restrizioni .

Va considerato peraltro che la società rossonera perderà al 30 giugno 2019 altri 70/80 milioni di euro e che, se non si realizzeranno radicali tagli ai costi (in assenza di fattori che possano nell'immediato far presupporre un innalzamento dei ricavi, ovvero una presenza costante in Champions), questo livello di deficit strutturale potrebbe ripresentarsi tale e quale negli anni a venire. Nella primavera del 2020 il Milan potrebbe ripresentarsi a Nyon con un nuovo deferimento per violazioni del fair play finanziario per le stagioni 2019/18, 2017/18 e 2016/17. Innescando, un circolo vizioso da cui sarebbe quasi impossibile uscire senza ridimensionare le ambizioni della società e della proprietà Usa.
E qui che potrebbe innestarsi un dialogo costruttivo. A livello di organismo politico, dunque, fuori dalle strettoie contabili, la Uefa potrebbe ridiscutere con il Milan un piano di rientro più lungo e meno stringente di quello attuale. Ad esempio concedendo qualche anno in più per depositare bilanci in pareggio rispetto all'attuale scadenza, magari in cambio di multe o altre restrizioni sulla rosa. Una soluzione che potrebbe essere favorita o “suggerita” dallo stesso Tas.

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