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Mondiali di calcio femminile, «sfida» anche tra Sky e Rai con i commenti di Morace e Panico

Dopo 20 anni di assenza della Nazionale italiana femminile, quest’anno anche le nostre azzurre saranno protagoniste dei Mondiali di calcio che vedranno il fischio d'inizio il 7 giugno a Parigi per Francia-Corea del Sud, stadio Parco del Principi, e si spegneranno con la finale di Lione il 7 luglio. La nuova era, quella della consacrazione del calcio a sport per donne, ha tutta l'aria di partire da questa manifestazione caricata di ogni fasto dalla stessa Fifache, per esempio, ha concesso diritti tv quasi a tutte le emittenti nazionali. E si sa che la televisione fa la differenza.

Sky in campo per riprendere tutte le 52 partite
Prova ne è, per esempio, anche l'intervento di Skyche, trasmettendo le 52 partite, ha investito non su una cosa scontata ma su qualcosa che deve ancora conquistare nuovo pubblico/abbonati, oggi intorno ai 5 milioni, con fatturato in crescita, ma pur sempre una fetta minima della nostra popolazione teledipendente. Se Sky decide di credere e spingere il Mondiale di calcio femminile non lo fa

soltanto per passione, ma probabilmente perché ha fiutato l'”affare”. Infatti, la scorsa stagione si è lanciata sul campionato di Serie A femminile, trasmettendo una partita a settimana e creando nuovi curiosi, diventati poi affezionati telespettatori. Cosa potrebbe voler dire tutto ciò? Per esempio, che gli investimenti nel calcio maschile potrebbero essere arrivati al limite (a meno che qualche club, dopo Ronaldo, non porti in Italia Messi, tanto per dire che serve una cosa “esagerata”), mentre quelli nel femminile potrebbero aumentare notevolmente. Potrebbe ancora voler dire che il calcio maschile è saturo, mentre quello femminile è un terreno tutto da coltivare: in Italia, infatti, conta soltanto 24mila iscritte (21 milioni nel mondo).
A chi cerca spazi di investimento nuovi nello sport più bello e amato nel mondo importa poco dei denigratori che si ostinano a dire che il femminile non sia calcio, ma un altro sport. Anzi, proprio dagli investitori, da sponsor giganti come sono quelli di questi Mondiali (da Nikea Visa da Adidas a Coca Cola) ci sarà un cambio di tendenza a vedere nel calcio giocato dalle donne lo stesso calcio degli uomini e ad apprezzarne le sue diversità come valore aggiunto. Vedremo.

La “sfida” tra Rai e Sky. Ma anche tra Morace e Panico
In Francia sarà presente anche la Rai, per apertura e finale, e poi soltanto per le partite della Nazionale. La sfida tra pay tv e tv di Stato è anche nei commentatori tecnici. Su Sky ci sarà la voce di Carolina Morace, sulla Rai quella di Patrizia Panico. I due numeri 9 più importanti della storia del calcio femminile. La prima è stata anche ct delle azzurre, l'altra lo è oggi dei ragazzi dell'Under 15 stabilendo un record: Panico è la prima donna al mondo ad allenare una squadra nazionale maschile. Morace invece ne detiene uno italiano: è stata l'unica donna ad allenare una squadra professionistica, parliamo della Viterbese di Luciano Gaucci in serie C nel 1999, esperienza durata 2 giornate. In quello stesso anno la Nazionale femminile partecipava al suo ultimo Mondiale, in America, e Panico c'era. Insomma, due donne che hanno fatto il calcio e lo continuano a fare (Morace la scorsa stagione ha allenato il Milan).

Il libro su Patrizia Panico: «Volevo essere Maradona»
Patrizia Panico, che ha raccolto proprio il testimone di Carolina Morace, ha chiuso la sua carriera di giocatrice nel 2016 a 41 anni. Ha numeri infiniti, come più di 600 gol in carriera, e record di 110 reri in Nazionale e di presenze 204.

Tra i primati si può aggiungere quello di essere diventata protagonista di un romanzo: «Volevo essere Maradona» (scritto da Valeria Ancione per Mondadori), che racconta la storia della bambina Patrizia che sognava di fare il “calciatore”: «Le bambine normali sono quelle a cui piacciono le bambole e la pallavolo, e poi ci sono la “bambina io”... Non è facile la vita se si è femmine fuori e calciatori dentro». Una biografia romanzata e originale, che vuole raccontare l'evoluzione di un sogno impossibile in progetto. Il libro di Valeria Ancione, giornalista del Corriere dello Sport e già autrice di un romanzo per Mondadori («La dittatura dell'inverno»), ha l'ambizione di mettere qualcosa di nuovo su quella tabula rasa che è il calcio femminile. La storia di Patrizia è vera, oltre che sincera, ma attorno a lei si muovono personaggi inventati, amici di borgata e di pallone, con speranze, sogni e voglia di riscatto, partite epiche, momenti di commozione e di risate. Non è un libro che vuol parlare di numeri, ma di passione, di determinazione, di sacrificio e di talento.

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