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Dossier Calcio femminile, una rincorsa lunga cent’anni

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    Dossier | N. 11 articoli Il Mondiale delle azzurre

    Calcio femminile, una rincorsa lunga cent’anni

    Il gruppo della Nazionale femminile in partenza per i Mondiali americani, nel 1999 (Ansa)
    Il gruppo della Nazionale femminile in partenza per i Mondiali americani, nel 1999 (Ansa)

    Comme des garçons è una commedia francese del 2018 che racconta com'è nata la prima squadra femminile francese a Reims nel 1968. Stesso anno, Italia. Stessi tentativi. È il vento del '68, delle piazze, delle rivolte studentesche, dell’affermazione dell'io. Si gioca il primo campionato: vince il Genova e un anno dopo, a Torino, le Azzurre conquistano la Coppa Europa. Così la passione prende forma.

    Cent'anni fa in Inghilterra
    La prima guerra mondiale distrugge l’Europa e la sua anima profonda. Gli uomini riempiono il fronte e svuotano case e paesi. A Preston, Inghilterra remota, le operaie della Dick Kerr, che produce munizioni, sono le prime a pensare al pallone. Nelle pause fra un turno e l'altro, cercano una qualche forma di divertimento nel cortile della fabbrica. Sono le “Signore del Kerr” e la storia (leggendaria?) le vuole antesignane di tutto, anche di gare a scopo benefico contro squadre di maschi. Si spostano fino in Scozia per diffondere la buona novella, tanta curiosità, migliaia di spettatori. A pochi anni dalla fine della guerra si contano 150 squadre. E le Signore del Kerr (è una fabbrica di munizioni) ormai sono conosciutissime: le invitano come vere star. Tanto da indispettire la Football Association che così scrive nel dicembre del 1921: the game of football is quite unsuitable for females and ought not to be encouraged. Ma la squadra delle Signore del Kerr vivrà per quasi mezzo secolo: 828 partite disputate per oltre 3.500 gol segnati.

    Cent'anni fa in Italia
    Le cronache sono frammentarie ma a Milano c'è un gruppo di ragazze che sogna il pallone. Si ritrovano in via Stoppani al 12 e a raccontarle è un articolo su “Il calcio illustrato”. Sono meteore, o poco più.

    Il dopoguerra, carico di tutte le aspettative sopite dal conflitto, porta l'entusiasmo per nuove avventure: a Trieste le ragazze di San Giusto si organizzano (è il 1946), poi, a Napoli, nasce l'Associazione italiana calcio femminile. Voglia di libertà, di aria nuova: nel 1965 all'Arena di Milano giovanissime calciatrici danno vita a Inter-Bologna, grazie ai buoni uffici di Valeria Rocchi, grande amica del presidentissimo dell'Inter di allora, Angelo Moratti.

    Il post 1968
    Sperimentazioni, desiderio di condividere tempo e passioni: è il 1968 l'anno della svolta, dell'ufficialità. Nasce la Ficf, Federazione italiana calcio femminile, con il primo campionato vinto dal Genova. Ma le divisioni sono già alle porte e nel 1970 vede la luce la Fifgc, Federazione italiana femminile giuoco calcio, con il suo girone unico a 14 squadre.

    Due federazioni che cercano di trovare una strada unica nel 1972 con la Federazione femminile Italia unita giuoco calcio, con la benedizione dell'avvocato Giovanni Trabucco che sarà presidente fino a quando, nel 1986, la federazione entrerà nella Lega nazionale dilettanti.

    Sembra tutto un gioco di sigle ma dietro ci sono passi importanti, una cinquantina di squadre che si sono organizzate e che partecipano a un campionato di A e di B.

    Anche la Nazionale prende forma: perché ci sono atlete – Betty Vignotto, Carolina Morace – che da sole trainano il movimento nella modernità e l'Italia in campo (vittoria al Mundialito del 1981, 1984 e 1986). Da allora il calcio italiano ha rallentato fino alle soglie del dimenticatoio, mentre altri Paesi – su tutti Usa, Canada, Giappone e Germania – anno fatto passi da gigante.

    Il nuovo inizio
    26 marzo 2015: la Figc vara le Linee programmatiche per lo sviluppo del calcio femminile. Le società che vogliono partecipare alla serie A devono rispettare paletti finanziari e fiscali e varare l'organizzazione della squadra femminile.

    Il miracolo delle Azzurre a France 2019 nasce quel giorno della primavera 2015, per cancellare un'assenza dal palcoscenico internazionale lunga vent'anni. Troppi, soprattutto considerando quanto il mondo è andato di corsa, in quei vent'anni. E France 2019 è un altro inizio ancora, verso la parità.

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