Il Sole 24 Ore
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16 dicembre 2010

Ory Okolloh ha rinunciato a una carriera alla Casa Bianca e scommesso sulla rete per raccontare le crisi dimenticate

di Alessia Maccaferri


Il Sole 24 Ore racconta i dieci innovatori del decennio.

Non è da tutti dire di no a una carriera vicina al presidente degli Stati Uniti. Eppure è cominciata proprio così l'avventura che ha portato Ory Okolloh a fondare due anni fa Ushahidi, piattaforma collaborativa sul web, ora usata nel mondo per monitorare sommovimenti politici, emergenze umanitarie, catastrofi naturali.

Nel 2007 Okolloh, nata a Nairobi trent'anni prima, è una promettente avvocatessa, con laurea alla Law School of Harvard. Riceve una telefonata da Washington, la cerca lo studio legale Convington&Burling, da cui proviene Eric Holder, che pochi mesi dopo diventerà ministro della Giustizia dell'amministrazione Obama. Lei ci pensa su ma non ha dubbi: mettere piede nella capitale significa dimenticare il suo Kenya e lei proprio non vuole. Tanto che di lì a poco torna nel paese sconvolto dalla violenza dopo le elezioni. E decide di seguire la sua intuizione: scommettere sulla forza del web per documentare e denunciare al resto del mondo le violenze, le censure, il dramma. Grazie alla sua notorietà di blogger sulla rete (qualche anno prima aveva fondato Mzalendo, sito che mette alla berlina i misfatti del parlamento kenyota) chiama a raccolta i migliori programmatori del paese.

In tre giorni è pronto Ushahidi (che in lingua swahili significa "testimone"), un progetto che si basa sulle logiche collaborative tipiche del web 2.0: chiunque può partecipare alla mappatura della realtà mandando notizie, foto, video con un sms dal telefonino o con una mail dal computer. Informazioni preziose dove i media tradizionali sono fuori gioco o arrivano in ritardo. Informazioni che danno voce a chi altrimenti non potrebbe averla, a chi è – suo malgrado – sulla scena dei fatti.

L'attivista scommette sull'open source. Così il software libero viene adottato dalla guerra civile in Congo al terremoto in Cile o a Haiti, dalle elezioni Afghanistan o in India alla fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico. All'inizio del 2010 Ushahidi è stato chiamato in causa per Snowmageddon, una piattaforma per gestire l'emergenza maltempo nel distretto di Washington. Sotto una nevicata eccezionale i destini di Ory Okolloh e di Barack Obama si sono alla fine incrociati.

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16 dicembre 2010