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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2011 alle ore 06:49.

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Benché l'Hft non abbia direttamente causato il flash crash, è stato senz'altro complice del contagio e ha contribuito a generare lo stato di instabilità del mercato. Ricerche empiriche mostrano che grandi fluttuazioni di prezzo sono ben più frequenti in anni recenti. In questa situazione una perturbazione relativamente modesta può essere amplificata da feedback positivi e avere un effetto devastante su un sistema di mercati altamente interconnessi, richiamando alla memoria la metafora dell'effetto farfalla popolarizzata dalla teoria del caos deterministico. Il ruolo dell'Hft nella stabilità dei mercati non è completamente chiarito. L'industria, la comunità accademica e i regolatori dovrebbero rivolgere i loro sforzi verso la comprensione e la regolamentazione di questa importante componente dei mercati finanziari.
Fabrizio Lillo è docente di Finanza quantitativa alla Scuola Normale Superiore di Pisa

Stefano Marmi è docente di Sistemi dinamici alla Scuola Normale Superiore di Pisa
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Quando le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe; e quando sono certe, non si riferiscono alla realtà. Albert Einstein
6 maggio 2010
Effetto debito
27 dicembre 2010
Mini flash crash
16 marzo 2011
Materie prime
10 febbraio 2011
Apple e i rumors
A causa della crisi del debito sovrano greco l'indice Dow Jones apre in ribasso e prosegue la discesa (-300 punti, circa -3%) fino alle 2:42 pm ora locale. Tra le 2:42 e le 2:45 la perdita è pari a oltre 950 punti (-9%). Un'interruzione delle contrattazioni di 5 secondi, tra le 2:45:28 e le 2:45:33, permette agli algoritmi di adattarsi alle condizioni estreme di ipervenduto: l'indice recupera 600 punti in 10 minuti. Durante il crash le azioni di otto società dell'indice S&P500 sono state scambiate al prezzo di 1 centesimo (per esempio Accenture, che poco prima scambiava a 40 dollari). Apple e Hp hanno visto il prezzo esplodere fino a 100.000 dollari!
All'apertura dei mercati il future sull'indice Dax ha subito un improvviso crollo del 2,4% in meno di tre minuti. Contemporaneamente il future sull'indice Cac40 ha perso quasi il 4,4 per cento. In entrambi i casi il violento movimento al ribasso è stato riassorbito dai mercati in poco più di cinque minuti: gli indici hanno poi chiuso la giornata borsistica con un ribasso di circa l'1 per cento. L'analogia con il flash-crash del 6 maggio è solo apparente: l'eccesso di volatilità all'apertura dei mercati è un fenomeno ben noto ai traders, i volumi scambiati sul mercato dei futures durante il ribasso sono stati modesti e non si è verificato il contagio al mercato azionario.
Apple (AAPL) che aveva un prezzo intorno a 360$ ha iniziato a discendere e alle 13:39 ha iniziato una discesa da 355$ a 349$ in quattro minuti, variando la capitalizzazione della società di Cupertino di dieci miliardi di dollari. Questi valori, anche se piccoli rispetto al flash crash del 6 maggio 2010, sono significativi perché coinvolgono una delle più importanti compagnie di Wall Street. A posteriori è possibile fornire diverse "interpretazioni" di questo evento, tra cui la presenza di una notizia (poi rivelatasi infondata) che riportava un nuovo ricovero ospedaliero di Steve Jobs, fondatore e Ceo della Apple.
L'estensione del trading computerizzato ad alta frequenza ai mercati delle materie prime e delle valute ha portato a una serie di "flash-crash" in quei mercati. Uno degli esempi più evidenti è stato registrato il 16 marzo 2011, quando il dollaro ha perso in pochi minuti oltre il 5% rispetto allo yen within minutes. Altri due esempi sono il crollo dei futures del cacao avvenuto l'1 marzo 2011 alle 10:30 am, con una caduta del 13% in meno di un minuto (da quasi 3.700 dollari per tonnellata a 3.217 dollari per tonnellata). In febbraio i futures dello zucchero hanno perso il 6% in appena un secondo.

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