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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2011 alle ore 15:14.

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Ottimismo alla conferenza dei leader di tutto ciò che è digitale. Ma Vodafone dà ragione a Sarkozy e chiede regole per la rete. Nella foto Vittorio Colao, presidente di Vodafone (Imagoeconomica)Ottimismo alla conferenza dei leader di tutto ciò che è digitale. Ma Vodafone dà ragione a Sarkozy e chiede regole per la rete. Nella foto Vittorio Colao, presidente di Vodafone (Imagoeconomica)

Iger ha inoltre detto che le nuove piattaforme di distribuzione come Netflix, Hulu e Amazon danno ai “provider” di contenuti più opportunità per fornire entertainment ai consumatori.

Anche se non incluso da Schmidt nella “Gang dei Quattro”, il servizio di messaggini Twitter rimane un “fenomeno del social networking”. A Twitter – si legge sul Wsj - si attribuisce il merito di avere “rovesciato tiranni e cambiato le comunicazioni nel mondo”. E non è poco.

Vodafone vuole regole per Internet
Come una doccia fredda sull’ottimismo delle società hi-tech Usa, è arrivato il richiamo di Vittorio Colao. Il presidente di Vodafone ha insistito nel dire che le società Internet devono rispettare le leggi nazionali sulla privacy e sulla protezione dei consumatori e ha respinto gli appelli di Facebook, Google e altri per un approccio lieve nel vigilare sul web.
In un articolo sul Financial Times e sul Corriere della Sera, Colao si è schierato con il presidente francese Nicola Sarkozy nel sostenere che le società Internet devono rispettare le regole nazionali cui si attengono gli operatori di telecomunicazioni (“Facebook ha torto nell’appoggiare una mano leggera per il web”).

L’articolo di Colao, secondo il Financial Times, “rischia di alimentare le tensioni esistenti tra gli operatori europei di telecomunicazioni e le compagnie hi-tech Usa che hanno messo in guardia contro una pesante vigilanza sul web”.

Al G8 che si è svolto a Deauville, in Francia, in maggio, Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, e Eric Schmidt, presidente esecutivo di Google, avevano indicato che le regole sul copyright o sulla privacy potrebbero ostacolare l’innovazione e inibire la libera espressione che ha consentito le recenti rivolte arabe.

Le tensioni – spiega il Ft – sono sorte perché gli operatori, tra cui Vodafone, Telefonica e France Telecom, vogliono far pagare ai provider di contenuti online la fornitura al consumatore finale di materiale video su banda larga.

Colao – prosegue il Ft - sostiene l’appello di Sarkozy per una politica più dura su Internet dopo avere sottolineato le notizie dei media sulle minacce web ai diritti dei consumatori. “Quindi anche Sarkozy ha ragione quando afferma che per realizzare appieno il potenziale di Internet è necessario un quadro normativo efficace e che l’auto-regolamentazione non basta”.

Neelie Kroes, commissaria europea responsabile per l’agenda digitale dell’Ue, terrà un vertice a luglio. Gli operatori di telecomunicazioni – scrive il Ft - sperano che lei confermi che non intende mettere regole di “neutralità della rete” che impedirebbero loro di riscuotere tariffe sui provider di contenuti online per la fornitura del proprio materiale di alta qualità.

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