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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2011 alle ore 10:23.
La specializzazione sembra dunque la strada maestra, perché servirà differenziarsi nell'offerta. «In rete stanno già nascendo – osserva Capodaglio - spazi che propongono prodotti per singole aree merceologiche: negli Stati Uniti sono già attive proposte come quelle di Restaurants.com, che mette a disposizione 18mila ristoranti a livello nazionale». L'altra direzione imboccata dai siti di social shopping è quella delle applicazioni. «Ci sono già le applicazioni smartphone di Groupon, Groupalia o Glamoo, ad esempio, che funzionano come il sito. Ma una novità è in arrivo con l'applicazione "GrouponNow" che sarà lanciata prossimamente: grazie alla geolocalizzazione anche l'utente iscritto in una città, ma che è altrove in vacanza o per lavoro, potrà trovare offerte in loco: basterà premere il pulsante "sono affamato" o "sono annoiato"».
I buoni sconto
La leva del prezzo va dunque alla grande in Italia. I siti di web coupon fanno affari creando nuove esigenze di acquisto. Pensiamo: se non fossi venuto a conoscenza di quella determinata offerta in vetrina, probabilmente non avrei speso quei soldi. Ma l'occasione è troppo ghiotta, e poi devo decidere in fretta, l'offerta scade. L'esplosione di contatti non si è ancora registrata invece per i siti che offrono buoni sconto o buoni omaggio gratuiti (Cittashop, Couponsconto, Buoniomaggio, Codicesconto), da stampare e presentare in negozio per l'acquisto di prodotti e servizi di qualsiasi tipologia. Il meccanismo è diverso da quello dei siti di social shopping: non ci sono sconti di gruppo e a tempo sul prezzo originale, e non si paga online.
Extreme couponing
Gli affari dei gruppi d'acquisto continuano a crescere anche negli Stati Uniti, dove Groupon è leader, anche se – come sottolinea un rapporto pubblicato da Bloomberg e realizzato da Yipit – vede la propria penetrazione in calo a favore del concorrente LivingSocial, che ha un investitore come Amazon. Mentre Google sta sperimentando (per ora solo a Portland, San Francisco, Oakland e New York) il sistema GoogleOffers, che per guadagnare posizioni potrà avvalersi dei suoi tanti servizi laterali, dalla ricerca in rete alla sinergia con Wallet, il portafoglio virtuale che consente i pagamenti tramite smartphone. Offers, in più e a differenza di Groupon, corrisponde pagamenti ai commercianti anche per i voucher venduti ma non utilizzati.
Negli Usa, al contrario che in Italia, la febbre da risparmio non tocca solo i voucher di gruppo, ma anche i classici coupon sconto, sia cartacei che online. Un fenomeno commerciale ben noto e diffuso, che continua a creare casi di vera dipendenza. Lo chiamano "extreme couponing". Gente che cumula sconti a non finire, che compra solo e soltanto se possiede il suo bel mazzetto di buoni, con i quali fa razzia nei supermercati e nei negozi. Un abuso che lascia poco spazio agli altri acquirenti, denunciano produttori e catene di distribuzione. I quali stanno correndo ai ripari, al punto da rivedere – come ad esempio Walmart - le proprie policies in materia. Procter & Gamble ha limitato a quattro i buoni utilizzabili durante gli acquisti. E in generale i negozi stanno passando a un sistema di codice a barre, per evitare che un coupon venga usato per acquistare prodotti ai quali non è destinato: ad esempio per un singolo yogurt piuttosto che per una confezione multipla.
Esagerazione? Non sono casi sporadici o situazioni di fantasia, ma tanto frequenti e reali da spingere qualche mese fa il canale Tlc Discovery al lancio di una sorta di reality show. Nome, manco a dirlo, «Extreme Couponing»: protagoniste persone che conservano minuziosamente faldoni pieni di sconti, che arrivano a raccogliere oltre 500 coupon ogni settimana, che si tuffano nel bidone della differenziata della carta e lì spulciano tutti i giornali, armate di forbici.
Una moda-malattia che, almeno per ora, possiamo dire che in Italia non abbia attecchito.
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