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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2012 alle ore 15:16.

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In Turchia e Brasile i giovani tornano in patria e fondano start-upIn Turchia e Brasile i giovani tornano in patria e fondano start-up

Brain gain, ovvero come attrarre (o far rientrare) i cervelli in patria. I paesi cosiddetti meno sviluppati per decenni hanno sofferto il fenomeno opposto, quel male della fuga delle migliori menti all'estero (brain drain) che ora – nella giostra dell'economia in crisi – affligge la vecchia Europa, Italia compresa. Quegli stessi paesi paiono adesso locomotive lanciate verso la crescita: Cina, India e, in misura minore, Brasile e Turchia hanno invertito la tendenza.

E i tanti giovani fuggiti in Occidente in cerca di un futuro gratificante cominciano a fare massiccio ritorno a casa. In Brasile, secondo il governo, quasi la metà dei brasiliani che vivevano fuori dai confini sono tornati in patria: se nel 2007 erano 3 milioni, oggi sono meno di 2 milioni. Una tendenza che si accompagna alla forte attrattiva esercitata sui cervelli europei: il Brasile, ad esempio, investirà 500 miliardi in infrastrutture nei prossimi tre anni, e avrà bisogno entro il 2020 del doppio degli attuali ingegneri.

Prendi la Turchia, stella oltre le nebbie della crisi europea. Il governo non pubblica dati aggiornati su quanti cittadini fanno ritorno, ma i numeri dell'economia – sottolinea il Wall Street Journal – mostrano il crescente fascino del paese. Mentre Usa ed Europa erano impegnate a lottare contro i problemi finanziari, l'anno scorso la Turchia (un'economia da 735 miliardi di dollari) è corsa dell'8,5%, quasi a ritmi cinesi (9%). Normale che si aprano nuove prospettive per la dinamica e giovane popolazione (metà dei 75 milioni di abitanti ha meno di 30 anni).

Ad attirare i rimpatri c'è la calamita del settore tecnologico, che ha visto una grande esplosione intorno a Istanbul, vero hub dell'e-commerce. Dice l'Interbank Card Center che monitora le transazioni: il business del commercio elettronico è salito del 57% nel 2011, rispetto all'anno precedente (9,5 miliardi di euro). E, rimarca ComScore, in un paese con il tredicesimo mercato internet più vasto, la crescita ha partorito numerose start-up dall'inizio dell'anno.

Storie come quella di Zeynep Dagli, laureata nelle migliori università britanniche, e per quattro anni impiegata nelle banche londinesi. Fino al 2009, quando è tornata in Turchia per lanciare una start-up, Momento: società di gift-box e voucher che quest'anno prevede un volume d'affari di 1,7 milioni di dollari (+230%). Dagli spiega al WSJ che né il Regno Unito né gli Usa le avrebbero permesso di avere questo successo, di certo non così velocemente. «Il trend dei giovani turchi che ritornano a casa in cerca di opportunità è in aumento», spiega, perché la gente è convinta di poter far fortuna in patria, lontana dall'instabilità politica ed economica del passato.

Ari Bencuya, anche lui 28 anni, è invece nato e cresciuto in Silicon Valley. Si è trasferito nella terra dei suoi genitori nel 2010, per fondare una società di venture-capital, Inventures, e sta ora investendo in sette start-up a Istanbul. Dopo aver già portato a termine quest'anno diversi progetti. «Assistiamo a una crescita esponenziale in termini di numeri e qualità delle aziende in Turchia. In un paio d'anni vedremo qualche società internet turca avere grande impatto nel mercato internazionale. È solo questione di tempo». Non c'è solo la tecnologia all'orizzonte dei cervelli che ritornano nel paese. Il fenomeno del brain gain interessa anche i professionisti: avvocati, ingegneri, architetti. Dietro questo fulgore economico si nascondono però alcuni pericoli. Molti analisti ritengono che il boom sia sbilanciato, e prevedono un atterraggio pesante. I giovani però mostrano di crederci: se non ora quando?

I paesi emergenti hanno bisogno dei loro cervelli. Ma anche i cosiddetti paesi sviluppati, che negli ultimi tempi hanno perso terreno. L'Italia prova adesso a incentivare il rientro delle menti con le agevolazioni fiscali messe in campo dal governo. Con la circolare 14/E, diffusa il 4 maggio, l'agenzia delle Entrate ha illustrato i requisiti minimi dei candidati, gli adempimenti del datore di lavoro e le procedure applicative dell'agevolazione. I redditi da lavoro dipendente, i redditi d'impresa e i redditi di lavoro autonomo dei beneficiari concorreranno alla formazione della base imponibile Irpef in misura ridotta: 20% o 30%, rispettivamente per le donne e per gli uomini. Basteranno gli incentivi a fare brain gain?

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